Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Mare vietato ma c'è chi fa il bagno Cattivi odori e acqua sporca: colpa delle piogge o degli scarich

Fonte: L'Unione Sarda
2 settembre 2019

CALAMOSCA.

Non tutti in spiaggia rispettano l'ordinanza che sconsiglia la balneazione

Mare vietato ma c'è chi fa il bagno Cattivi odori e acqua sporca: colpa delle piogge o degli scarichi abusivi? 

Il cattivo odore spiega i cartelli di divieto. Da venerdì in un tratto della spiaggia di Calamosca è vietato sdraiarsi sulla sabbia e fare il bagno. Il batterio Escherichia Coli è presente in percentuali - riscontrate dai tecnici dell'Arpas (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Sardegna) - così alte che il vicesindaco Giorgio Angius ha firmato l'ordinanza comunale che vieta la balneazione. Nel piccolo angolo di paradiso del Golfo degli Angeli la notizia non è stata gradita dai bagnanti che ieri mattina, nonostante il divieto e i nuvoloni minacciosi, non hanno resistito al richiamo del mare.
In spiaggia
Una coppia di fidanzati chiacchiera nelle acque appiattite da una leggera brezza di terra. Qualche turista si affaccia dal muro di protezione e dopo una rapida “panoramica” olfattiva prende l'unica decisione possibile: andare via. Dove posso fare il bagno? Oltre le transenne mi posso sdraiare? L'argomento del giorno tra gli irriducibili è l'ordinanza comunale in vigore da avant'ieri che proibisce tuffi e tintarella in spiaggia.
La pioggia di mercoledì si è infiltrata in una grata all'ingresso della scalinata che porta in spiaggia creando un cunicolo che è sfociato sul bagnasciuga finendo poi in acqua. Nel percorso lo scolo si è unito a un fiumiciattolo di liquami che ha colorato di giallo le acque cristalline di Calamosca. Inquinamento da fogne, hanno sentenziato i tecnici della Regione, che hanno registrato valori superiori del doppio rispetto a quelli consentiti dalle norme.
«Ci devono dire da dove arriva l'acqua sporca», tuona Pierpaolo Meloni, 54 anni, cagliaritano. «Il diluvio dei giorni scorsi ha portato in spiaggia cicche, siringhe, buste di immondezza e rifiuti di tutti i tipi». La causa dell'inquinamento, secondo Meloni, sono gli scarichi abusivi. «Il calcare non arriva dal mare, sicuramente è scoppiato qualche tubo ed è arrivato in spiaggia». Al centro dell'arenile Luciano Serri, 50 anni, cagliaritano, sistema alcune buste di rifiuti. «Guardate questo calcare composto da residui organici compressi», dice sbriciolando alcune pietre recuperate nel percorso tracciato dal fiume di liquami. «Il problema - aggiunge - è che questo posto è abbandonato da tutti. Mancano i bagni pubblici e le docce sono un sogno. Abbiamo chiesto un rubinetto per poterci lavare e non portare via la poca sabbia rimasta, ma niente. Sino a pochi anni fa passava anche un operatore ecologico, ora se non pulissimo noi qui sarebbe un immondezzaio. Vedete - dice Serri indicando la parete che costeggia la spiaggia - ha preso fuoco il costone, di fronte è caduto un albero, ma non si è mai visto nessuno per sistemare la zona. Eppure, quando abbiamo spostato due pietre per sistemare gli ombrelloni ci stavano per multare». Un mare vietato ai disabili. «Le scale sono un ostacolo insormontabile. Anche i medici del 118 hanno difficoltà nel raggiungere chi avesse necessità di soccorso sulla sabbia: mancano gli accessi».
Transenne e divieti
Il nastro biancorosso della Polizia municipale scorre tra il muro del terrapieno di fronte alla caserma dove un tempo si facevano le visite di leva e la torretta del bagnino. «Mi devono spiegare perché oltre il nastro non ci si può tuffare?», si chiede Stefania Serri, 45 anni, di Cagliari. «Se l'acqua è inquinata, perché il divieto non è valido per tutta la spiaggia? Spesso qui il mare non è nelle migliori condizioni igieniche. Più volte in questi anni - continua la donna - ho chiamato i Nas e la Polizia municipale per verificare la presenza di scarichi fognari. I vigili hanno fatto i rilievi, ma la situazione non è cambiata».
Andrea Artizzu