Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Come Cenerentola: la Ztl a Castello scocca a mezzanotte

Fonte: L'Unione Sarda
22 agosto 2019

A ragionare coi numeri, la Ztl a Castello sembra una faccenda per pochi: poche auto, pochi residenti (1.406 persone per 824 famiglie secondo l'ultimo atlante del Comune), poche strade. Non è così. Benché il contatore del servizio Viabilità segni una media di 1.749 mezzi al giorno, poco meno di 73 all'ora, a chi vive, lavora o - semplicemente - passeggia di tanto in tanto nelle vie storiche, il quartiere appare molto trafficato e la viabilità per nulla semplice.
Le regole
Tanto per cominciare quella di Castello è una Ztl atipica: a differenza delle altre (Marina, Stampace alto, Stampace basso e Villanova) l'ingresso è consentito a tutti per tutto il giorno: i due varchi di piazza Arsenale e via dei Genovesi si chiudono ai non residenti dalla mezzanotte alle nove del mattino. Ma sfuggire ai controlli è facile: gli obiettivi delle telecamere sistemate in cima ai cartelli che avvisano delle limitazioni inquadrano chi entra ma non chi esce. Tradotto: chi passa il varco prima della mezzanotte può restare comodamente anche dopo lo scoccare dell'ora X, a meno che non venga beccato dagli agenti della polizia municipale infatti nessuno potrà dimostrare la sua permanenza fuori dall'orario consentito. «Ecco perché i parcheggi sono sempre occupati da chi non abita nel quartiere ma viene per frequentare bar e ristoranti», spiegano Rebecca Lewis Lalatta e Carmen Sulis che qui vivono e lavorano e ormai da anni si danno da fare per il rione attraverso il comitato Casteddu de Susu nel tentativo di migliorare i servizi e la viabilità. «Sulla Ztl ci sono tre misure fondamentali che noi vorremmo vedere applicate: l'estensione della videosorveglianza, l'adozione di un provvedimento che riservi almeno una parte dei parcheggi ai residenti e il potenziamento della mobilità pubblica che faciliterebbe l'accesso agli esterni», continuano. Insomma, se i trasporti rendessero la vita più facile ai visitatori tanto da convincerli a lasciare l'auto a casa, le cose andrebbero meglio anche per gli altri. «Si inquinerebbe meno e la qualità della vita sarebbe più alta per tutti», insistono Lewis e Sulis che il 12 agosto insieme ad altri componenti del comitato hanno incontrato il sindaco Paolo Truzzu per proporre le proprie idee. «Ci rivedremo a settembre».
In Castello c'è grande attesa anche per il Piano della mobilità che dovrà mettere insieme un sistema che preveda l'integrazione di trasporti e le strategie utili a facilitare l'accesso al quartiere a favore della sostenibilità. A dettare i tempi, ormai due anni fa, è stata la Soprintendenza che approvò l'installazione dei nuovi ascensori a condizione che il Comune presentasse un progetto entro i successivi cinque anni. La pratica è passata dalle mani dell'ex assessora Luisanna Marras a quelle del suo successore Alessio Mereu che nelle ultime settimane ha lavorato con i dirigenti del servizio comunale proprio con questo intento.
I parcheggi
In attesa che le cose cambino, il problema dei parcheggi continuerà a tormentare i residenti. «Mio padre ha 81 anni e ogni volta che esce di casa ed è costretto a spostare l'auto sa già che al suo ritorno non saprà dove posteggiare», racconta Manola Rais che da quando si è sposata è andata a vivere altrove. «La Zona a traffico limitato avrebbe un senso se riducesse il numero delle auto anche di giorno e fosse accompagnata da un'azione volta a riservare i parcheggi agli abitanti di Castello senza costringerli a lunghe camminate per tornare a casa». In effetti, nonostante sia una mattina d'agosto e molti siano fuori città per le vacanze, a mezzogiorno i posti-auto liberi non sono tanti. In piazza Palazzo, per fare un esempio, a eccezione degli stalli riservati ai dipendenti della Prefettura, solo tre spazi vuoti tra i circa cinquanta disponibili.
Velocità
La questione del numero di auto in ingresso e in uscita dal quartiere solleva anche un problema di sicurezza. «Chiudere Castello dalla mezzanotte alle nove non serve a nulla, tanto a quell'ora non passa comunque nessuno», spiega Fabio Frau che oltre a essere residente del quartiere ha creato un laboratorio d'arte al numero 71 di via La Marmora. «L'ingresso dovrebbe essere regolato anche durante il giorno e non solo: bisognerebbe prestare maggiore attenzione alla velocità. Questo è un quartiere senza marciapiedi e tutti vanno troppo veloce ma quando chiediamo di rallentare veniamo insultati». I cartelli agli incroci che si affacciano su piazza Indipendenza avvisano che la velocità massima consentita è di venti chilometri all'ora. «È ancora troppo, qui le vie sono strette e i portoni affacciano sulla strada: bisogna andare a passo d'uomo», conclude Frau.
Mariella Careddu