Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Le regole stabilite dalla Capitaneria

Fonte: L'Unione Sarda
21 agosto 2019

Servizi «di soccorso e assistenza ai bagnanti» con «almeno una postazione ogni 80 metri». Attrezzatura idonea come «maglietta rossa con la scritta salvataggio», un «fischietto», un «impegno esclusivo» a questo servizio, la necessità di «prestare primo soccorso». E così via.
L'ordinanza
Sono alcune delle prescrizioni contenute nell'ordinanza emessa dalla Capitaneria di porto in materia di “sicurezza della balneazione”: linee guida e obblighi cui i concessionari e proprietari di stabilimenti in spiaggia - pubblici e privati - devono attenersi nello svolgimento del servizio per evitare eventuali disgrazie. Nei 36 articoli si spiega quali sono le zone di mare riservate e vietate alla balneazione, viene disciplinata la pesca, si prescrive come predisporre i corridoi di arrivo e partenza delle imbarcazioni, si disciplinano le attività subacquee e si specificano le conseguenze per le violazioni. La parte principale - articoli dal 15 al 27 - è destinata proprio ai “servizi di salvataggio”, alla “disciplina particolare dei servizi di salvataggio” e alle “disposizioni particolari per gli stabilimenti balneari”.
Gli obblighi
Nell'ordinanza firmata dal capitano di vascello Giuseppe Minotauro si specifica che nella stagione balneare, nei periodi e negli orari indicati» dalla Regione (dal 15 giugno al 15 settembre dalle 8,30 alle 19,30), i Comuni e i concessionari «devono organizzare e garantire il servizio di soccorso e assistenza ai bagnanti». Come? Servono «bagnini di salvataggio» o «assistenti bagnanti» abilitati rispettivamente dalla “Società nazionale di salvamenti” e dalla “Federazione italiana nuoto” o dalla “Federazione italiana salvamento acquatico”; tutti devono avere un brevetto valido; è necessaria una postazione ogni 80 metri (anche meno se la conformazione della costa impedisce la visuale). Il personale deve «indossare una maglietta rossa con la scritta salvataggio chiaramente leggibile davanti e sul dorso»; avere un fischietto che suoni anche a contatto con l'acqua e una sorta di tubo utile al salvataggio chiamato “rescue tube”; essere «impegnato esclusivamente nel servizio di salvataggio e non anche in altre attività»; ispezionare lo specchio d'acqua di competenza «segnalando eventuali ostacoli e impedimenti» pericolosi; prestare il primo soccorso in caso di incidenti «connessi alla balneazione» quali malori, lesioni, congestione, pericolo di annegamento eccetera; controllare «che la fascia dei 5 metri dalla battigia, strumentale all'attività di salvataggio e soccorso, sia mantenuta libera»; far sapere ai bagnanti i divieti dell'ordinanza. Devono essere sempre a disposizione un binocolo, 200 metri di cavo di salvataggio galleggiante, pinne e mezze pinne, un pennone di altezza visibile con le bandiere (a seconda delle situazioni) bianca, gialla e rossa; un pattino rosso con la scritta salvataggio e un salvagente. È possibile anche utilizzare una moto d'acqua. Chi non segue le indicazioni rischia l'accusa di occupazione abusiva di spazio demaniale e inosservanza di limiti alla proprietà privata, di norme sui beni pubblici, di norme di polizia e di norme sulla sicurezza della navigazione. Con sanzioni per migliaia di euro.
An. M.