Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I garanti della sicurezza in mare

Fonte: L'Unione Sarda
21 agosto 2019

La giornata di lavoro sulla spiaggia dei Centomila, numero che ben rappresenta le presenze al Poetto in una qualunque giornata d'agosto, comincia presto. Qualcuno è operativo alle 7, tutti sono in servizio entro le 9 in questa striscia di sabbia lunga chilometri e dalla densità media abitativa di una megalopoli. Maglietta rossa indosso, binocoli a portata di mano, pattino pronto all'uso: la truppa di bagnini che ogni giorno controlla il litorale da mattina a sera punta gli occhi verso il mare in cerca di persone in difficoltà, cammina lungo la battigia per verificare si rispettino i regolamenti imposti dalla Capitaneria di porto, staziona sulle torrette a due metri di altezza per una visuale migliore, aiuta le persone - quando necessario - a entrare in acqua in sicurezza.
Comune e privati
Sono circa 80 gli uomini al lavoro sul territorio comunale, 12 alle dipendenze dell'amministrazione cittadina e il resto in forza ai venti stabilimenti balneari privati dalla prima fermata all'Ottagono per un orario di lavoro che orientativamente va dalle 7 alle 12 ore (pochi casi limite) e una paga che oscilla attorno ai 1.200 euro al mese più gli straordinari. Quando riconosciuti. E se si è distratti, non si seguono le regole o non si bada esclusivamente al compito assegnato, si rischiano posto di lavoro e denunce. «Ma Cagliari è virtuosa, il Comune è molto attento», sottolinea Maria Annunziata Abis, rappresentante legale della cooperativa sociale onlus “Golfo degli angeli”, sette stabilimenti, «e la Capitaneria è presente: quest'estate ha fatto controlli ogni settimana».
Turni e brevetti
Alle Palmette la giornata è divisa in due turni tra le 8,30 e le 19,30. Due bagnini coprono la mattina, altrettanti il pomeriggio. Ogni tre ore i due colleghi si danno il cambio. «Siamo sei e tutti abbiamo l'obbligatorio brevetto di salvataggio e di primo soccorso», sottolinea Roland Riccardo Orlando, 21 anni, siciliano: «La paga? È buona, il lavoro è tanto». Qualche metro più avanti, al “Golfo 1”, mentre l'uomo in riva tiene sotto controllo la parte assegnatagli (ciascuno deve sorvegliare 80 metri lineari di spiaggia), Tiziana Cotza sta alla cassa e svolge la funzione di “portavoce” in contatto con gli altri sei stabilimenti della coop Golfo degli Angeli: in casi di necessità, quali per esempio la ricerca di bambini («è capitato una decina di volte», spiega Abis), chiama i colleghi e tutti si mettono al lavoro. «Per ora comunque l'estate è filata tranquilla».
Emergenze e controlli
Capita però si debbano affrontare emergenze vere, come i soccorsi alla donna che sabato scorso ha rischiato di annegare al Lido. Situazioni che il servizio di salvamento deve essere in grado di affrontare con prontezza. «Quel giorno abbiamo sentito le urla e uno di noi ha chiamato il 118 mentre l'altro è corso ad aiutare la persona che stava trascinando a riva la signora», spiegano Livio Secci, 26 anni, e Federico Palmas, 20, dalla loro postazione al Lido. Sei i bagnini in forza alla società “Mausa srl”, tre le postazioni. Gli orari, divisi in vari turni: dalle 7 alle 20. «Non possiamo vedere ogni cosa», sottolineano i due ragazzi, «anche perché magari guardiamo dall'altro lato o camminiamo per controllare. Di certo però non siamo mai fermi». Come Mattia Andrea Carboni, 21 anni, che al D'Aquila assieme ad altri tre colleghi copre il turno 7-19 per sei giorni a settimana: «Abbiamo anche un bagnino di terra per casi di emergenza», spiega, per poi aggiungere che, finora, si sono verificati «pochi problemi».
Genitori distratti
Gli interventi principali sembrano legati alla distrazione dei genitori. «Sinora una decina di persone ha perso di vista i figli, soprattutto nella spiaggia libera», spiega Abis, «i genitori ci chiedono aiuto e interveniamo. Spesso la gente lancia allarmi inesistenti in buona fede, oppure lavoriamo su urgenze che si rivelano sciocchezze. Ci sono sempre tante cose da fare, soprattutto nel weekend». Per questo il servizio di salvamento «è delicatissimo e va preso con serietà. Una distrazione ci può stare, certo si deve essere messi in condizione di lavorare come si deve: gli addetti devono vigilare e stare in postazione, fargli fare altro sarebbe una follia. L'ideale sarebbe avere un numero di bagnini sufficiente e attenersi alle ordinanze di Capitaneria e Regione. Nei nostri stabilimenti abbiamo 18 uomini che coprono i turni dalle 7 alle 21».
Andrea Manunza