Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Una discarica vicino ai vecchi cassonetti

Fonte: L'Unione Sarda
21 agosto 2019

« Unu muntronaxiu , su una discarica siamo affacciati. E non da oggi. Da una vita intera». Via San Paolo, dieci del mattino: un grosso topo corre veloce tra un cassonetto e l'altro cercando rifugio nell'ombra. E di cassonetti ce ne sono davvero tanti nello sterrato incorniciato tra il cavalcavia della statale 195 e le palazzine a tre piani ex ferrovie in gran parte riscattate dai sessantaquattro inquilini. È qui che sono finiti i “vecchi” cassonetti quando la raccolta differenziata e il “porta a porta” hanno preso piede in città.
I vecchi contenitori
Dovevano starci una manciata di mesi, sono lì da un anno e più. «E oggi sono un invito a nozze per chi si vuole sbarazzare dei rifiuti», avverte Alberto Cixi, 36 anni, che con la moglie Michela Floris abita in uno degli appartamenti con finestra sul cimitero dei cassonetti. Il deposito col tempo è diventato meta dei “pellegrini della spazzatura”, di chi preferisce scaraventare in questo terreno recintato buste cariche di immondezza e qualche ingombrante invece di rispettare le regole del porta e porta, costringendo gli addetti della De Vizia a qualche straordinario di troppo per ripulire lo sterrato-discarica.
Il sogno
Il terrazzino dell'appartamento di Lello Usai, 60 anni, dista una trentina di metri dallo sconcio. Ci è nato e cresciuto, Usai, in questa casa. «Abbiamo conosciuto di tutto e di più, noi residenti. Speravamo finalmente nel progetto del parco di via San Paolo-Sant'Avendrace e invece ancora una volta dobbiamo sopportare questo sconcio. Del progetto non se ne sa più nulla». Si sa invece molto bene quel che sta accadendo in questa via che aveva conquistato il primato di strada più sporca di Cagliari e che oggi deve condividerlo con altri angoli della città altrettanto degradati.
Raid in piano giorno
«Ci è capitato spesso di vedere qualche persona superare la recinzione per sbarazzarsi dei propri rifiuti. Abbiamo puntualmente segnalato questi episodi ma continuano a verificarsi. Accade di notte ma siamo stati testimoni di situazioni di abbandono di spazzatura anche alla luce del sole», racconta Michela Floris. «È sempre peggio», dice Giuseppina Secci, 74 anni, castellana, che da bambina si era trasferita con la sua famiglia nelle case delle Ferrovie complementari sarde. «Diciamoci la verità, quest'area non è mai stata bellissima ma oggi è un vero immondezzaio».
I buchi
La recinzione che avrebbe dovuto impedire le irruzioni dei vandali è saltata in alcuni punti. Porte ricavate da chi era stufo del lancio del sacchetto e aveva necessità di entrare direttamente nel terreno che ospita i cassonetti per disfarsi della spazzatura. Ingombranti compresi. Gli stessi che hanno trovato casa lungo le cunette di via San Paolo, sotto la circonvallazione, fin sotto il ponte di ferro di Sa Scafa. Davanti ai campi di calcio delle società La Palma e di altri circoli sportivi la discarica è interminabile. «Ho visto addirittura genitori di giovani calciatori scaraventare in quel terreno abbandonato e vicino ai nostri campi sacchi di immondezza. Che vuole che le dica, ti fanno cadere le braccia», spiega un anziano socio che preferisce restare anonimo «per motivi che facilmente si possono comprendere».
Qui, in via San Paolo, il parco annunciato lo scorso anno sembra essere un sogno infranto. «Certo, nascerà, o almeno dovrebbe, anche un'isola ecologica, ma almeno sorgeranno anche impianti sportivi degni di questo nome e giardini», spiega Lello Usai. Lo dice con poca convinzione, con il pessimismo di chi in sessant'anni ha ascoltato promesse e annunci. «Spero solo che quel progetto vada avanti. Lo meritiamo».
Andrea Piras