Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nel parco con gli acchiappa-inquinanti Sperimentati nuovi dispositivi per rilevare la contaminazione

Fonte: L'Unione Sarda
13 agosto 2019

MOLENTARGIUS. Lo sudio del Dipartimento di scienze mediche e dei biologi dell'oasi Nel parco con gli acchiappa-inquinanti Sperimentati nuovi dispositivi per rilevare la contaminazione dell'acqua 

Metalli pesanti come il piombo, il cadmio, l'arsenico e il mercurio. Idrocarburi aromatici e pesticidi. E poi ancora detersivi, anticoncezionali orali, farmaci, composti per la pulizia domestica. Sono tante e inquinanti le sostanze che finiscono nelle acque di scarico provenienti dal comparto urbano. Veleni la cui pericolosità è stata più volte confermata ma anche tante “novità” come gli abbronzanti, i prodotti per l'igiene personale, i bagnoschiuma. Sono spesso presenti in ridottissime concentrazioni, difficili da individuare con i tradizionali metodi d'indagine. Non con i “campionatori passivi”. «Ovvero - spiega Laura Durante, biologa del parco regionale di Molentargius in cui si stanno utilizzando le attrezzature - dispositivi di piccole dimensioni muniti di membrane semipermeabili capaci di sequestrare gli inquinanti presenti nelle acque ma che non vengono degradati negli impianti di depurazione».
L'utilizzo
In effetti queste apparecchiature sono state testate con successo in altre zone. In alcune aree marine protette dell'Isola e nell'isola del Giglio dopo l'incidente della Costa Concordia, quando il docente del Dipartimento cagliaritano di medicina clinica e sanità pubblica, Marco Schintu, venne chiamato a dirigere un'équipe di ricercatori per monitorare gli inquinanti rilasciati, momento per momento, dal relitto e dal cantiere impegnato nelle operazioni di recupero della nave. Indagini messe in campo anche nella baia di Kotor in Montenegro e Spagna.
Lo scienziato
«Il numero dei contaminanti chimici che vengono rilasciati nelle acque e che possono avere effetti sulla salute umana è in continuo aumento», precisa Marco Schintu, «esiste a livello internazionale un elenco di sostanze “emergenti” o “prioritarie” come i metalli, i residui di farmaci, sostanze usate per la cura della persona che vanno ad aggiungersi a quelle per le quali è già previsto un limite di concentrazione».
L'équipe
È stato proprio il gruppo di ricerca coordinato da Schintu a sviluppare le nuove tecniche, applicandole in particolare allo studio di ecosistemi marino-costieri. Ora tocca a Molentargius. Indagini in corso in un ambiente di elevato pregio naturalistico. «Qui stiamo valutando il rilascio e la diffusione dei microinquinanti provenienti dall'impianto di depurazione di Is Arenas», precisa Laura Durante. Il gruppo di ricerca partecipa ad alcuni progetti europei. «Sul rilascio di contaminanti in occasione di dragaggi portuali o del passaggio di grandi navi nei porti dell'area transfrontaliera Italia-Francia», precisa Marco Schintu. «Il campionamento utilizza materiali e supporti come ad esempio il silicone che vengono esposti nell'acqua per un tempo che varia da settimane a mesi». Questi accumulano i contaminanti che saranno poi esaminati in laboratorio. «Questo sistema, oltre ad abbattere i costi, fornisce un valore medio della concentrazione più attendibile rispetto alla concentrazione istantanea tradizionale».
Andrea Piras