VIA CORNALIAS.
La donna aveva chiamato più volte gli uffici del Comune
Dopo il crollo vive nella paura L'affittuaria dell'appartamento, 83 anni, è viva per miracolo
«Ero sdraiata sul mio letto e guardavo la tv. Ho sentito un rumore, poi il soffitto della camera è venuto giù. Alcuni grossi pezzi di cemento mi hanno sfiorata. Sì, ho rischiato la vita: questione di centimetri e chissà cosa mi sarebbe accaduto». Maria Bonaria Dulcis, 83 anni, è ancora spaventata per quando successo lunedì pomeriggio. Era a casa sua, al quarto piano di una palazzina popolare di via Cornalias 32, in un luogo che dovrebbe essere sicuro. Invece. «Sarei potuta morire. O comunque riportare ferite gravi. E sa qual è la cosa che più mi fa rabbia? Ho avvisato gli uffici del Comune diverse volte perché in tutte le stanze si sono formate delle crepe. Non si è mai visto nessuno, nemmeno per un controllo».
I pericoli
Vedova da diversi anni, l'anziana apre la porta della camera da letto per far vedere cosa è successo. Sposta per un momento il nastro bianco e rosso lasciato dai vigili del fuoco: «Mi hanno detto», spiega, «di non starci perché è pericoloso. Dovrebbero aver inviato una comunicazione al Comune: spero che ora intervengano per mettere in sicurezza tutta la casa». Le macerie sono ancora sul pavimento. «Quando c'è stato il crollo ero proprio lì». Indica il lato del letto più vicino al muro. Ha rischiato molto: «Mi sono spostata ma oramai era venuto giù tutto, dal soffitto e dal muro». Afferra un grosso pezzo di cemento: «Se mi avesse colpito in testa questo di chi sarebbe stata la responsabilità? Cosa mi sarebbe accaduto? Mio figlio è corso subito da me. Quando ha visto tutto questo macello mi ha detto: “mamma, sei viva per miracolo”».
Le altre stanze
Il degrado dell'abitazione è evidente. L'anziana mostra le crepe e le “bolle” su muri e soffitti delle altre stanze: in cucina, nel bagno e nel soggiorno. «Ora ho paura che ci possano essere altri crolli». E aggiunge: «Durante l'inverno, nelle giornate di pioggia, l'acqua filtrava e veniva giù dal soffitto della mia camera da letto». Maria Bonaria Dulcis, vista l'età, ha qualche inevitabile acciacco: «Ho avuto problemi alle gambe e per quasi un anno non sono praticamente potuto uscire di casa. Sono stata molto a letto. Se avessi qualche soldino lo userei per sistemare a mie spese la casa. Ma non riesco. Vivere così non è bello». E in questo appartamento comunale l'anziana abita da ben 46 anni: «Mio marito molti anni fa aveva rimesso a posto tutte le stanze. Non c'è più da parecchio, quindi non so davvero cosa fare».
L'appello
I vigili del fuoco lunedì, dopo aver messo in sicurezza la stanza, hanno consigliato alla signora di non entrare fino a quando gli operai del Comune effettueranno un adeguato intervento di manutenzione. «Per ora», aggiunge, «dormo nella stanza di mio figlio che si è spostato in soggiorno sul divano». Maria Bonaria Dulcis, nella sua vita, ha lavorato («Facevo le pulizie») e tirato su quattro figli. Nonostante l'età e gli acciacchi è autosufficiente. Certo, abitare al quarto piano di una palazzina senza ascensore non è un vantaggio. «A fatica, ma riesco ancora a scendere e a risalire tutti quei gradini», dice sorridendo. Vive con 630 euro al mese e deve pensare anche al figlio, grande ma purtroppo disoccupato: «Riesco a mantenermi ma certamente non posso effettuare lavori di ristrutturazione». Cammina, a fatica, verso la cucina e il soggiorno. Solleva lo sguardo e mormora: «Secondo lei, posso stare tranquilla davanti a quelle crepe e dopo il crollo»?
Matteo Vercelli