Rassegna Stampa

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Ricorso Sardegna Pride, L’Arc denuncia: “Comune Cagliari chiede il rigetto”

Fonte: web cagliaripad.it
29 luglio 2019

Ricorso Sardegna Pride, L’Arc denuncia: “Comune Cagliari chiede il rigetto”

“Scopriamo, non senza stupore, che, rispetto alla richiesta di 7.540 € da parte della Polizia Municipale, al fine di coprire i costi sulla sicurezza del Sardegna Pride​, per la quale ARC ha fatto ricorso al TAR della Sardegna che attraverso l’avvocatura del Comune di Cagliari, per delega dello stesso Sindaco Truzzu, ha presentato al TAR una memoria difensiva in cui richiede che il ricorso sia rigettato perché infondato”. Lo scrive l’Arc, l’associazione culturale e di volontariato LGBT e Queer di Cagliari in una nota su Facebook.

La Onlus, in occasione del Sardegna Pride, aveva ottenuto una sospensione del provvedimento del pagamento richiesto dalla polizia municipale per l’evento.

L’Arc nel comunicato ha ricordato le affermazioni del sindaco Truzzu: “Ho sempre pensato che le libere e pacifiche manifestazioni di liberi e pacifici cittadini non debbano e non possano essere cancellate, neanche indirettamente con richieste economiche che le rendono di fatto impossibili per questo assicuro le associazioni organizzatrici del Pride che, appena insediato, mi impegnerò a trovare un’equa soluzione”. Invece, sempre secondo l’Arc, il Comune di Cagliari richiede che il ricorso venga rigettato perché “infondato”, sostenendo che: “[…] in questo contesto e sulla base di tali chiarimenti deve osservarsi che, nel caso di specie, l’evento “Sardegna Pride 2019” non è stato promosso da partiti o da movimenti politici e sindacali né il Comune ha attestato l’interesse pubblico della manifestazione. Avere ricevuto il Patrocinio del Comune non può costituire elemento sufficiente ai fini dell’esonero”.

Di seguito il commento dell’Arc Onlus:
“Sembra, dunque, che il Sardegna Pride (e così, di conseguenza, moltissime altre iniziative politiche, senza fine di lucro e di evidente valore pubblico, pur non organizzate da istituzioni, partiti o da movimenti politici e sindacali), debba prevedere questo genere di costi, limitandone la realizzazione – e di conseguenza il diritto alla libertà di manifestazione, che la nostra Costituzione sancisce accanto a tutti gli altri diritti fondamentali delle cittadine e dei cittadini italiani – solo a quelle realtà che potranno affrontare le spese richieste.

Ci preoccupa il fatto che il Sindaco abbia inizialmente sposato la causa della libertà di manifestazione, riconoscendo l’interesse pubblico di una manifestazione politica come il Sardegna Pride (che per altro ha visto il coinvolgimento di una moltitudine di altre associazioni in tutta l’isola e la mobilitazione di decine di migliaia di persone scese in piazza il 6 luglio) ma, successivamente, per distrazione o per mutata opinione (e nonostante un riferimento alla sua “nota di indirizzo”), abbia ritenuto di difendere quella richiesta di 7.540 € per la sua realizzazione, disconoscendone nei fatti il valore politico.

Confidiamo, a questo punto, sul giudizio definitivo del TAR, sicure e sicuri che accoglierà le nostre ragioni, sconfessando la memoria difensiva dell’amministrazione comunale.