Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Riapriremo l'asilo di via Schiavazzi entro settembre»

Fonte: L'Unione Sarda
29 luglio 2019

Rita Dedola, avvocata sessantenne, (Riformatori) è la nuova assessora alla Pubblica istruzione

«Riapriremo l'asilo di via Schiavazzi entro settembre» 

«La gestione delle scuole a Cagliari è ben organizzata ma può migliorare, bisogna pensare in grande». Rita Dedola, avvocata penalista, 60 anni compiuti ieri, è assessora alla Pubblica istruzione, alle Politiche giovanili e alle Pari opportunità. Sulla messa in sicurezza dell'edilizia scolastica non ha dubbi: «Se le risorse non dovessero bastare, le cercherò. I bambini sono la priorità».
Un'algherese nella giunta di Cagliari.
«Non sono esattamente un'algherese. Sono nata a Cagliari ed è una città che mi ha accolto a braccia aperte quando ero giovanissima: il suo cielo ha il colore più bello del mondo. Considero Alghero e Cagliari le mie città».
Negli ultimi giorni il suo assessorato sembrava a rischio.
«Non era a rischio, volevo capire quale delega ci sarebbe stata assegnata per svolgere il mio ruolo con cognizione di causa e competenza».
Avrebbe preferito l'Ambiente?
«Può essere, ma non ne faccio una questione di preferenza. Quando ci si mette al servizio della città ci si assume le responsabilità del caso».
Continuerà a fare l'avvocata?
«Certo, la mia professione mi consente di stare con i piedi per terra, di avere il contatto con le persone. D'altronde c'è riuscito il sindaco Mariano Delogu e ritengo di poterci riuscire anche io. È un discorso di organizzazione e voglia di fare».
Pubblica istruzione, quali sono le priorità?
«Garantire il servizio di eccellenza che il Comune ha nella gestione delle scuole. Ho selezionato i problemi e li ho divisi in emergenze, urgenze e criticità».
Un'emergenza?
«L'asilo di Sant'Elia che deve essere consegnato entro il 9 settembre come avevamo promesso ai genitori e ai bambini. Io e l'assessora ai Lavori pubblici ci stiamo lavorando in maniera alacre».
Un'urgenza?
«Le sto ancora analizzando».
Le criticità?
«Sono molte. C'è da fare una ricognizione di tutte le strutture che sono agibili ma datate e mostrano i segni della vetustà».
Quali competenze porterà nel suo assessorato?
«La conoscenza della macchina amministrativa perché quando si conosce la patologia di un sistema si è in grado di individuare la fisiologia».
Qual è la patologia del Comune?
«Non dipende dal Comune ma dall'eccessiva burocratizzazione dello Stato. Questo è il problema più grosso: lo Stato è ingessato».
Cosa pensa dell'idea del centrosinistra di aprire le scuole alle associazioni?
«Io credo che le scuole vadano aperte agli studenti. Sono il luogo dove i ragazzi devono poter andare quando vogliono. Aprirei fuori dall'orario delle lezioni ma per fare della scuola la loro seconda casa, quella in cui studiare, confrontarsi e discutere».
Cosa può fare la scuola nei quartieri come Sant'Elia o Is Mirrionis?
«La scuola è il volano per inserire i concetti di cultura, dobbiamo insegnare la bellezza ai ragazzi facendo delle scuole un laboratorio costante».
Come?
«Con progetti di integrazione che in parte ci sono e in parte devono essere integrati e portati a conclusione».
Prima del voto avete parlato molto dei ragazzi che emigrano. Ora che è assessora alle Politiche giovanili cosa intende fare?
«Servirà collaborare con l'Università, rendere attrattivi i corsi di studio e attrattiva l'accoglienza. La città non deve essere solo a misura di turista ma anche di studente».
Qualche misura per favorire il diritto all'istruzione?
«Con contributi all'affitto per i fuori sede, incentivando gli universitari a vivere in centro. E lavorerò per potenziare le borse di studio».
Quali campi sono da privilegiare nella formazione professionale?
«Sicuramente quello del turismo, ma anche l'agricoltura e le nuove tecnologie».
Da assessora alle Pari opportunità e avvocata, cosa pensa della causa al Tar per gli oneri di sicurezza addebitati dal Comune all'Arc per il Sardegna Pride?
«Dico che se non è una manifestazione di pubblico interesse questa allora non so che cosa possa esserlo».
Mariella Careddu