Pronto soccorso L'edificio adiacente è da demolire al più presto
C'era l'imbarazzo della scelta per i “cercatori di privacy” al Poetto: l'ex ospedale Marino ma anche, a poche decine di metri, la struttura che ospitava il pronto soccorso e la chirurgia d'urgenza. Edifici contigui, destinati però a un futuro differente. L'ex ospedale, disegnato dall'architetto Ubaldo Badas, rappresenta una testimonianza dell'architettura del Ventennio (non a caso, era nato per diventare la Colonia Dux). È destinato dunque (burocrazia e politica permettendo) ad avere una terza vita. Sarà una struttura ricettiva, ossia un albergo, se tutto andrà per il verso giusto.
Non ha, invece, lo stesso valore l'ex pronto soccorso. Una struttura nata dopo la seconda guerra mondiale che non ha alcuna rilevanza dal punto di vista storico, architettonico e culturale. Anzi, a dirla tutta, sono proprio un pugno nell'occhio quelle colate di cemento circondate da una recinzione. Un residuo, forse, degli anni '50 quando la “cultura del bello” non era particolarmente in voga. Non a caso, mentre sull'ex Marino grava un vincolo da parte della Sovritendenza, sull'altro edificio non c'è nulla.
Anzi, su quegli edifici: sì, perché oltre al vero e proprio pronto soccorso di 650 metri quadri ce n'era un altro di oltre 200 metri quadri. Costruzioni che devono essere abbattute. Il che, per altro, è stato stabilito anche dalle Istituzioni. Nel 2011, in occasione di alcune modifiche del Piano urbanistico, fu decisa la demolizione del «fatiscente edificio».
Concetto ribadito ulteriormente cinque anni più tardi dallo stesso Consiglio comunale che ha approvato un ordine del giorno con il quale impegnava l'allora sindaco Massimo Zedda ad attivare tutte le iniziative per la demolizione immediata. ( mar. co. )