Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Scuola, in città oltre seicento posti a rischio

Fonte: La Nuova Sardegna
25 agosto 2009

MARTEDÌ, 25 AGOSTO 2009

Pagina 1 - Cagliari



Cgil e Cobas: «Istituti ridimensionati e formazione dequalificata»



Sarà ridotto sensibilmente il numero delle classi di elementari e medie. Tagli al personale Ata


di Roberto Paracchini
CAGLIARI. «Come se non bastasse, la direzione scolastica della Sardegna ha voluto essere più realista del re», sottolinea Peppino Loddo, responsabile regionale della Cgil-scuola. E così è capitato «che la richiesta del ministero per le scuole elementari fosse di 374 posti in meno per tutta l’isola, mentre da noi ne sono stati trovati in soprannumero altri 105. Pazzesco». L’allarme per quella che viene definita una «mattanza» per i posti di lavori che andranno perduti per gli insegnanti e il personale Ata (assistenti amministrativi) è stata lanciata dall’opposizione del comune di Cagliari in documento (Marco Espa, Pd, primo firmatario) in cui viene sottolineata la gravità della situazione. Nel territorio della vecchia provincia i posti a rischio sono almeno millecento, oltre 600 in città.
«Non solo - continua Loddo - siamo arrivati a una situazione tale che vengono diminuite le stesse ammissioni in ruolo, già ridotte al lunmicino, 240 in tutta l’isola». La riforma del ministro Maria Stella Gelmini ha messo a soqquadro il mondo della scuola. «Innanzi tutto - precisa Loddo - nelle elementari vi sarà la riduzione dovuta all’insegnante unico». In precedenza ce n’erano tre (uno per il settore linguistico, uno per quello logico-matematico e uno per l’area sociale-geografica). «Poi hanno tentato di correggere la questione riportandola all’insegnante prevalente e affermando che la riduzione non è obbligatoria. Ma, di fatto, ridimensionando i fondi renderanno obbligatori i tagli. E in tutto questo il governo della Regione sta a guardare e non ha il coraggio di ingaggiare una battaglia col governo centrale per far rientrare questo tipo di decisioni».
In più «ci sono anche i tagli che derivano, e questo per ogni scuola, dall’aumento del numero massimo degli studenti per classe, che passa - per le elementari, le medie e le prime classi delle superiori - da 25 a 27», spiega Andrea De Giorgi, dirigente dei Cobas-scuola. «Il caos che sta capitando deriva - continua - dal fatto che oggi stanno riducendo sulla base di esigenze di cassa. Non vengono fatte valutazioni sull’offerta formativa. Ma il grave è che questo avviene proprio nel momento in cui si chiede alle scuole di agire su una serie di aspetti in maniera autonoma. Ma senza risorse». Un fatto molto grave, prosegue il rappresentante dei Cobas, è anche «la forbice usata sugli amministrativi: oggi la scuola ha una serie di compiti che richiedono un lavoro burocratico notevole. E senza personale specializzato l’istituto si ferma».
Le conseguenze di tutto questo sono diverse. Da un lato la diminuzione dell’occupazione, dall’altro lo scadimento dell’offerta formativa e, infine (ma non ultima), la chiusrua degli istituti più deboli che, spesso si trovano, per Cagliari, nei rioni periferici che, invece, avrebbero bisogno di maggiori servizi.