Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«La Soprintendenza si ostina a difendere l'indifendibile»

Fonte: L'Unione Sarda
15 luglio 2019

PORTO CANALE.

Bloccati progetti da 94 milioni «La Soprintendenza si ostina a difendere l'indifendibile»

Dura replica dell'Autorità portuale sui vincoli dello scalo industriale 

«Il rispetto istituzionale deve essere reciproco, mentre la Soprintendenza non ha in questa vicenda assicurato neanche un minimo di quella leale collaborazione che viene richiesta agli enti pubblici quando sono chiamati a interagire». Si fa più aspro il botta e risposta tra Massimo Deiana (presidente dell'Autorità di sistema portuale di Sardegna) e Maura Picciau (soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana) al centro della contesa il “no” della Soprintendenza all'abolizione dei vincoli paesaggistici sul Porto canale che bloccano i finanziamenti da 94 milioni di euro stanziati per la realizzazione di nuove strutture (banchine per le navi “roro” e per i cantieri nautici). Il nulla osta non è stato concesso nonostante il parere favorevole espresso dal comandante della Capitaneria di porto Giuseppe Minotauro, nominato dal prefetto Bruno Corda coordinatore degli enti pubblici coinvolti nella conferenza di servizi per la riedizione dell'autorizzazione paesaggistica: Demanio, Regione, Comune, Autorità portuale e, per il ministero dei Beni ambientali, la Soprintendenza. Tutti favorevoli, come detto, meno uno: la soprintendente Maura Picciau che, come consente la legge, nell'ultimo incontro romano fa opposizione alla richiesta di Deiana. Ora la pratica, dal Ministero dei beni culturali, passa al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte. I tempi, già stretti per la decisione della Cict (concessionaria delle banchine del porto industriale) di sciogliere la società e licenziare i 214 dipendenti, si dilatano.
La bufera
Massimo Deiana non ha preso bene la ricostruzione della Soprintendenza sulla storia giudiziaria e politica che ha portato allo stallo dello scalo industriale. «Quando ci si para davanti un tentativo di rivoltamento di frittata di questa portata, diventa impossibile tacere, per rispetto della verità, per rispetto della collettività». L'esordio dell'Authority è al vetriolo. «È stata la Soprintendenza, nel 1981, a concedere l'autorizzazione paesaggistica per il Porto canale in deroga alla legge del 1967. Concessione poi annullata nel 2000 dal Consiglio di Stato perché non adeguatamente motivata dal soprintendente dell'epoca». Per Deiana sarebbe stato sufficiente scrivere meglio i motivi della deroga e riattivare la pratica. «Non l'hanno mai fatto. Siamo stati noi a promuovere la riedizione della concessione paesaggistica al loro posto. Un “affare” che è costato tempo e denaro». Un mese fa, quando il traguardo sembrava a un passo, la doccia fredda. «Comune, Cacip, Regione e Capitaneria erano d'accordo, avevamo anche previsto opere compensative. La soprintendenza - aggiunge Deiana - non solo non dà l'approvazione, ma fa opposizione. Non è un problema di non potere, ma di non volere. Ricordiamoci - precisa - che i vincoli erano per una spiaggia che oggi non esiste più».
I vincoli
La soprintendente Picciau sostiene che i vincoli sul Porto canale sono molteplici. «Lei pensi al suo, che è il principale ostacolo», incalza Deiana. «Abbiamo potuto superare tranquillamente “Legge Galasso” e Ppr (con alcune prescrizioni) avendo avuto la possibilità di confrontarci con amministrazioni più ragionevoli». Perché questo ostracismo? «Siamo di fronte a una pervicace difesa dell'indifendibile, con motivazioni difficili da capire».
Andrea Artizzu