La rassegna dell'inciviltà stupisce di ora in ora. Perché durante una mattinata trascorsa in giro per Cagliari può capitare davvero di tutto: come scoprire un vecchio wc abbandonato sotto un pino in una delle zone più panoramiche del capoluogo o di imbattersi in discariche a cielo aperto nei posti più improbabili. In via San Giorgio, ad esempio, proprio davanti all'ingresso dell'ex Clinica Aresu, dove studenti, docenti e più banalmente chiunque passi per strada, convivono col degrado. Lo stesso che democraticamente colpisce ogni quartiere, alle prese con un sistema di raccolta porta a porta partito a rilento e che prosegue sempre peggio.
Umido e non solo
È il giorno dell'umido organico, almeno secondo quanto riportato nel calendario distribuito a suo tempo dal Comune, ma in pochi sembrano tenerne conto. Almeno stando a quanto si trova in giro. Così, in piazza Aramu, incastrata tra via Dettori e Baylle, turisti e locali osservano con perplessità la sfilza di buste d'immondezza e le scatole di cartone “dimenticate” dietro la panchine. Una sorta di gabbia che impedisce di accedere al cestino di ghisa che sarebbe anche utile se fosse possibile avvicinarsi. Sempre alla Marina cumuli di rifiuti fanno bella mostra vicino alla chiesa di Sant'Eulalia e dintorni. La verifica prosegue a Stampace, che regala altrettante sorprese. In via Sassari, davanti all'ingresso dell'Ersu bisogna fare lo slalom tra immondezza indifferenziata che tappezza il bordo strada e prosegue sino al Corso, dove le due isole ecologiche piazzate alla fine della via evidentemente non bastano per fermare l'abbandono selvaggio. Che ha contagiato anche chi ha pensato bene di disfarsi di un vecchio materasso (dotato di rete) accanto al cortile delle poste di via Malta. Ma le sorprese non finiscono: a pochi metri di distanza ecco comparire un fornetto a microonde, un trolley e diverse buste dal contenuto misterioso. Le anticipa un odore nauseabondo che, complice il caldo, costringe a tapparsi il naso. Nella parte alta di Stampace, in via Pintor, già via San Paolo, qualche residente della zona ha deciso di ribellarsi: “Cari incivili, questa non è una discarica”, si legge nel cartello appiccicato sullo sportello della cabina elettrica. Una sorta di avvertimento che per ora sembra essere stato ascoltato.
Discariche panoramiche
Arricchiscono la rassegna le discariche con vista. Nello spiazzo di via dei Genovesi, che precede il varco per accedere a Castello, una decina di sacchi di varie dimensioni e una sfilza di cartacce e bottiglie fanno compagnia alle auto in sosta. Insieme al telaio di quello che un tempo doveva essere un motorino. Sopra viale Buoncammino, chi si avventurerà nella strada sterrata intitolata ai santi Lorenzo e Pancrazio, troverà un water - in buone condizioni - adagiato ai piedi di un pino; due scarpe da ginnastica appese ai rami e tanto altro. Proseguendo verso piazza D'Armi, nello sterrato che confina con l'area cani, il mobilio per la casa è al completo: uno scaldabagno, una vasca, due divani di pelle, cinque sedie e un lavandino. Ma per chi volesse, a disposizione ci sono pure un vecchio camper e un'Audi A4 (con targa leggibile) abbandonati al loro triste destino. Is Mirrionis e Sant'Elia se la passano peggio di tutti: la prima combatte con la mega discarica di via Timavo; passaggio obbligato per chi esce dall'ospedale; la seconda con isole ecologiche improvvisate e non autorizzate. Quella di piazza Vasco da Gama - giusto per citarne una -, dove i mastelli condominiali sono pulitissimi e sistemati in un'area delimitata da una catenella, ma l'immondezza viene raccolta nell'aiuola antistante. Il bilancio, a un anno e due mesi dall'avvio del porta a porta è sotto gli occhi di tutti.
Sara Marci