ENTI LOCALI. Province, il Consiglio si prepara a decidere su Gallura e Ogliastra
Città metropolitana extralarge L'ipotesi della Giunta: con Cagliari anche il sud-est dell'Isola Prepariamoci ad aggiornare ancora la cartina con gli enti locali della Sardegna: avevamo appena finito di familiarizzare con l'immagine del nuovo assetto (quattro Province, più o meno simili a quelle “storiche”, e in basso la mezzaluna della Città metropolitana di Cagliari), ma pare che non durerà a lungo. E non solo perché in Consiglio si lavora alle proposte di legge che farebbero resuscitare le Province della Gallura e dell'Ogliastra. Anche la Città metropolitana potrebbe cambiare aspetto, allargarsi un po'.
È soprattutto la costa sud-orientale dell'Isola il possibile terreno di espansione. Villasimius, Castiadas, Muravera. Ipotesi concreta, perché non la ventila solo qualche consigliere di maggioranza: ci pensa anche la Giunta. «È vero, stiamo facendo un ragionamento di questo genere», conferma l'assessore agli Enti locali Quirico Sanna: «Comuni come Castiadas e Villasimius non hanno niente a che fare con Carbonia, il capoluogo della Provincia del Sud Sardegna in cui oggi sono ricompresi».
Confini da rivedere
In realtà la riflessione avviata dalla Giunta è più ampia, e potrebbe portare alla revisione di altri confini delle Province sarde: «Stiamo cercando le opportune soluzioni tecniche per altre realtà che hanno una collocazione un po' impropria», spiega Sanna. L'esempio tipico è Seulo, centro barbaricino che più volte ha protestato per l'inclusione nel Sud Sardegna. Ma ci potrebbero essere interventi simili anche altrove: Oristanese, Goceano.
Per cambiare servirà una manifestazione di volontà delle comunità interessate, e questo vale anche per i Comuni candidati all'ingresso nella Città metropolitana. La fusione con Cagliari potrebbe interessare anche altri centri confinanti: Burcei, Villasor, San Sperate, per fare alcuni esempi. L'aumento del numero dei Comuni dell'ente (attualmente sono 17) non preoccupa l'assessore Sanna: «La Città metropolitana di Torino ne comprende più di trecento».
Commissione Autonomia
Sugli enti locali in ogni caso la Giunta promette un riordino più ampio, che prenderà forma con un disegno di legge ma in tempi non strettissimi: «Non faremo piovere le riforme sulla testa di nessuno», assicura Sanna, «presto mi confronterò con Anci, Consiglio delle autonomie locali, parti sociali. Poi discuteremo con la maggioranza, e anche con l'opposizione: siamo apertissimi al dialogo».
I nodi da sciogliere sono tanti, ma il numero delle Province è quello su cui si concentrano più attenzioni. Nei giorni scorsi il presidente dell'Anci Emiliano Deiana è stato ascoltato dalla commissione Autonomia del Consiglio regionale, e ha ribadito la richiesta di attribuire alle Province «poche funzioni ma qualificate, accompagnate da adeguate risorse».
Le proposte di legge sull'istituzione di nuove Province sono due: Giovanni Satta (Psd'Az) e Giuseppe Meloni (Pd) firmano quella per la Gallura, Salvatore Corrias (Pd anche lui) ha formulato quella per l'Ogliastra. «Aspettiamo che vengano calendarizzate dalla commissione», sottolinea Meloni, «ma non si può perdere troppo tempo. Ottobre è dietro l'angolo». E a ottobre è prevista l'elezione (di secondo livello) dei nuovi consigli provinciali. «Io credo che la Gallura sia già pronta per far ripartire la Provincia», riprende l'ex sindaco di Loiri: «Non sono contrario ad altre rivendicazioni valide, ma se ci sono territori che devono ancora compiere un percorso, non possono rallentare il nostro».
Il programma dei lavori della commissione sarà discusso domani, fa sapere il presidente della commissione Pierluigi Saiu (Lega): «La mia opinione personale è che sia giusto riconoscere ai territori il loro autogoverno, se lo richiedono. Non vedo motivi per ostacolare né la Gallura né l'Ogliastra. Finora abbiamo soprattutto discusso di princìpi generali, su cui è d'accordo anche l'Anci: in particolare, le Province devono avere competenze chiare e risorse certe. L'obiettivo è sempre dare migliori servizi ai cittadini».
I contrari
Di sicuro, sul terreno delle Province, la maggioranza non riuscirà a convincere i Riformatori, storicamente contrari all'ente in quanto tale: «Visto che non si possono eliminare da Costituzione e Statuto - dice il capogruppo Michele Cossa - per noi devono essere alleggerite il più possibile di compiti e personale, e amministrate da funzionari regionali». Quanto all'allargamento della Città metropolitana, invece, «se ne può parlare: è una richiesta che arriva da molti Comuni, e quell'ente locale è l'unico che, dopo la riforma, ha dimostrato di funzionare».
Su posizioni simili anche il Movimento 5 Stelle: «Restiamo fermissimi sulla nostra linea», garantisce Alessandro Solinas, segretario della commissione Autonomia, «i sardi si sono già espressi contro le Province e quella volontà dev'essere rispettata. Non siamo del tutto contrari all'esistenza di enti intermedi, ma purché siano puramente funzionali alle esigenze amministrative sovracomunali». Il sospetto dei pentastellati, invece, è che le Province servano ad altro: «Crediamo che la ragione per cui si vogliono ricreare i vecchi enti sia politica, per creare un porto franco in cui sistemare qualcuno. Non per offrire servizi migliori».
Giuseppe Meloni