C'è anche chi come Maria Laura Cordeddu si era rassegnata alla prigionia. Dall'appartamento al nono piano di un palazzone grigio nel cuore di Sant'Elia, osservava il Golfo e le barche passare in lontananza. «Per anni ho chiesto alle istituzioni che ci venisse dato un appartamento al piano terra, ho dovuto aspettare più di sette anni per ottenere qualcosa. Nel frattempo ho visto mia moglie spegnersi», racconta Santino Pireddu. Laura era prigioniera due volte, di un corpo arrivato a pesare duecento chili dopo un intervento alla tiroide, e di quella casa dalla quale non poteva uscire se non con l'intervento dei vigili del fuoco. C'era anche il documento della Assl che attestava questa assurda situazione: La paziente a causa dell'obesità di grado severo e del fatto che abita al nono piano di un palazzo senza ascensore non può essere spostata dal proprio domicilio nemmeno in situazioni d'emergenza . Santino ha lottato senza mai fermarsi, sino a quando ha ottenuto un'abitazione adeguata alle condizioni della moglie. Ma Laura se l'è goduta poco. «Un anno e mezzo fa purtroppo mi ha lasciato. Non riesco ancora a darmi pace per non essere riuscito ad alleviare prima la sua sofferenza». Si commuove mentre ricorda. «Pregava tanto, guardava la televisione e il mondo dalla finestra. Non poteva fare altro. Era reclusa». Ma di casi come questo «ce ne sono tantissimi altri», rivela Marisa Depau, dell'Associazione per la casa. «È un problema che riguarda i quartieri popolari, San Michele, Is Mirrionis, Sant'Elia e Santa Teresa a Pirri, zone dimenticate da tutti, dove anziani e disabili vivono tumulati in casa e le istituzioni non fanno nulla», protesta. «Parliamo di abitazioni prive di ascensore, ma anche di casi dove c'è ma non funziona perché non tutti possono permettersi di pagare la quota dell'energia, così il servizio viene sospeso e ci rimettono tutti, anche i non morosi», sottolinea. «Non è accettabile. Parliamo di persone alle quali viene precluso il diritto alla vita. Perché essere prigionieri in casa non è vita, anziani e disabili ai quali viene in questo modo rubata anche la dignità».
Sa. Ma.