Di Paolo Rapeanu
La letterina prima del numero 37 è la “D” e c’è chi fa ironia: “È l’abbreviazione di ‘domani’”. Prima, infatti, bisogna arrivare a quota novantanove con la “C”, e in tanti stringono tra le mani il prezioso bigliettino legato all’ordine di arrivo. Ma, stando ai tempi medi di attesa, “anche cinque ore”, al centro informazioni sul porta a porta gestito da Comune e De Vizia in viale Ciusa, a regnare sembra essere il disordine. Tre gli sportelli attivi in una tarda mattinata di inizio giugno: c’è chi ha bisogno dei mastelli, chi non sa come disfarsi di materassi e divani perché “ho chiamato quaranta volte il numero verde, ma è sempre occupato” e chi ha utilizzato, sino all’ultimo minuto, i cassonetti superstiti sparsi qui e lì in città. La sede è aperta dalle otto alle venti, e vale la regola del “chi prima arriva prima viene servito”. Con tempi, spesso, “titanici”: arrivare all’apertura non significa necessariamente riuscire a cavarsela in pochi minuti, anzi.
Alessio Becini, 45enne di Cagliari, è andato a ritirare a mano i cinque mastelli: “Dovrò tornare a piedi sino a via Satta, è stato difficile averli. La fila è stata molto lunga, sono arrivato alle otto e trenta e sono potuto uscire dopo tre ore abbondanti. Spero che almeno sia vero che la tassa sulla spazzatura diventi più leggera”. Stringe tra le mani il numero sessantasei “C” Silvia Portas, residente nella zona di piazza Garibaldi: “Sono stanca di telefonare al numero verde e al numero fisso per farmi portare via da casa un materasso e un divanetto. In un mese, infatti, ho chiamato quaranta volte, la linea è sempre occupata. Non sono una sporcacciona che butta le cose per strada, questo è un servizio gratuito e pretendo di poterlo utilizzare”. Passeggia nervosamente nel piazzale esterno al centro informazioni di viale Ciusa, da due ore e mezzo, Luca Ghiani, 44enne cagliaritano: “Sono arrivato alle nove e trenta per prendere i nuovi mastelli, abito in via Logudoro. Non mi è arrivato nessun avviso via posta, hanno portato via tutti i cassonetti e sono dovuto venire qui per forza. In tanti sono già andati via a causa della lunga attesa, ho perso una mattinata di lavoro. Il porta a porta è una buona idea, sempre se i mezzi e gli operai saranno adeguati, sennò sarà pesante anche per noi”.