Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ancora una notte di fuoco sulla 554

Fonte: L'Unione Sarda
4 giugno 2019

 


Ancora un incendio sui terreni lungo la Statale 554, vicino ai quartieri Mulinu Becciu e Su Planu. Il rogo tra Cagliari e Monserrato ha tenuto impegnati per diverse ore i vigili del fuoco mentre dalla cittadinanza si leva sempre più forte il grido di protesta. «La Regione e il Comune si trovano in una fase di transizione - spiega Antonio Guerrieri, presidente del Comitato No Diossine, nato per contrastare l'emergenza roghi nella zona - tutto questo ha favorito la ripresa di importanti combustioni nelle ultime settimane, dopo che la situazione da diverso tempo sembrava essersi calmata». Una calma soltanto apparente, perché con il cambio della guardia in Regione e il conseguente vuoto istituzionale in Municipio la situazione è tornata ad aggravarsi.
Una lunga storia
La storia della terra dei fuochi cagliaritana è lunga e travagliata. Dopo quasi vent'anni nel 2012 venne chiuso il campo comunale dove risiedevano circa 160 rom e dove «le combustioni avvenivano all'interno dei confini che delimitavano l'area dell'insediamento», racconta Guerrieri. Una volta sgombrato quel campo, a distanza di circa due anni nacque quello abusivo nel terreno adiacente alla Motorizzazione Civile, dove «20-25 rom sono tornati ad occupare il campo destinato alla lottizzazione Su Stangoni, bloccata dall'allora sindaco Massimo Zedda. Qui gli incendi vengono appiccati fuori dal campo e sono sempre più pericolosi per gli abitanti dei nostri quartieri». La ripresa delle combustioni e la conseguente lotta del comitato ha portato all'apertura di un'inchiesta da parte della Procura della Repubblica e al sequestro del campo. «Al tempo furono denunciati otto rom, attualmente sotto processo per disastro ambientale. Noi ci siamo costituiti in un'associazione e abbiamo chiesto alla Prefettura un intervento dello Stato. Tutt'ora c'è un fascicolo aperto dal ministero dell'Ambiente in quanto sito a particolare rischio».
I candidati
I cittadini chiedono un rapido intervento delle istituzioni regionali e comunali, le quali sono ancora alle prese una con i passaggi di consegna da un'amministrazione all'altra, l'altra con la campagna elettorale. Il Comitato No Diossine ha già incontrato due dei tre candidati alla carica di sindaco di Cagliari, Francesca Ghirra sabato e Paolo Truzzu domenica pomeriggio, mentre con Angelo Cremone è in programma un incontro entro questa settimana. «Sia Truzzu che Ghirra non conoscevano fisicamente il sito - racconta Roberto Ricciu, segretario di No Diossine - quindi li abbiamo portati dove in passato c'era l'insediamento abusivo dei rom e dove attualmente si stanno spingendo con gli incendi, che è ben oltre quei confini. Abbiamo spiegato a entrambi che il problema riguarda sia Mulinu Becciu che Su Planu e loro si sono impegnati a portare avanti questa battaglia sia da sindaci, qualora fossero eletti, che da consiglieri comunali. Sono stati estremamente disponibili e ci aspettiamo lo stesso da Cremone, che è un ambientalista storico e che forse già conosce il problema, anche se sicuramente non in maniera specifica».
Le colpe
Sono circa un centinaio le persone che aderiscono al Comitato cittadino e il segretario Ricciu precisa che «non vogliamo attribuire colpe ai rom, anche perché quando sono andati via i roghi non si sono fermati. Non è assolutamente una questione di odio verso quelle famiglie. È però molto importante che la politica e il resto della cittadinanza vengano a conoscenza di questa problematica degli incendi e ci diano una mano per far sì che finiscano».
Intanto il vuoto istituzionale sta rendendo ancora più complicata la lotta dei quartieri di Mulinu Becciu e Su Planu che quotidianamente fanno i conti con le fiamme e con i fumi tossici che si levano dai terreni bruciati. Da anni le associazioni ambientaliste si muovono per far fronte all'emergenza con risultati altalenanti, tra periodi di diminuzione delle combustioni e riprese frequenti. Per la salute un pericolo altissimo e uno scenario di degrado che sta devastando l'ambiente e il decoro della città.
Giacomo Dessì