Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Rifiuti, il mercato non separa Nell'indifferenziato finiscono anche gli scarti di pesce e carne

Fonte: L'Unione Sarda
15 maggio 2019

SAN BENEDETTO.

Nella struttura comunale il porta a porta non è ancora partito

Rifiuti, il mercato non separa Nell'indifferenziato finiscono anche gli scarti di pesce e carne  

Al mercato di San Benedetto si differenziano soltanto l'umido e il vetro. Il resto - dalla plastica, al cartone, all'alluminio - finisce nella grande benna dell'indifferenziato, una macchina compattatrice che tritura tutto. E in cui spesso spesso vengono gettati anche residui organici di pesce e carne, che in teoria sono rifiuti speciali e andrebbero smaltiti a spese dei venditori. Gli stessi resti che a volte vengono lasciati persino all'esterno del mercato o buttati nei sempre stracolmi cassonetti presenti nelle vie attorno, che saranno però eliminati a fine mese.
Incertezza
Nell'era del porta a porta, questo è forse il grande buco nero di un sistema che già stenta a decollare. In un luogo dove operano oltre 200 concessionari e si producono ogni giorno quintali di spazzatura, portare la cultura della differenziata totale sarà un problema. «Ancora non sappiamo quando partirà il porta a porta - spiega Valeria Scarpa, direttrice dei mercati civici cittadini -. Abbiamo sentito parlare di isole ecologiche ma non sappiamo ancora dove e se saranno realizzate. Dunque non ci resta che aspettare le direttive ufficiali sperando di avere il tempo per informare adeguatamente gli operatori del mercato, di certo non sarà un passaggio semplice».
I due sistemi
Attualmente il sistema di raccolta dei rifiuti prevede che gli operatori delle ditte De Vizia ed Econord facciano il giro dei box portando via l'umido conferibile - prevalentemente resti di ortaggi, frutta e verdura - dentro i mastelli con le ruote che poi vengono sistemati nel grande passo carraio al piano terra. Il grosso dei rifiuti finisce invece nella macchina compattatrice e da lì al Tecnocasic. Col porta a porta invece ogni operatore avrà i suoi mastelli e dovrà differenziare anche plastica, polistirolo, carta, cartone e alluminio. Ma il grande problema, che non sarà risolto neanche dal nuovo sistema, resta quello dello smaltimento degli scarti della lavorazione della carne e del pesce. «Gli operatori devono già provvedere autonomamente affidandosi a ditte specializzate - conferma Scarpa - e questo obbligo non cambierà con l'avvio del porta a porta».
Smaltimento speciale
Ma quanti lo fanno? Pare in pochi. Anche perché i costi sono elevati: 130 euro al mese più 30 centesimi per ogni chilo di residuo conferito. Al mercato di via Quirra, dove il porta a porta è partito da gennaio, c'è chi ha risolto il problema cuocendo gli scarti del pesce, che a quel punto diventano frazione umida regolare. Mentre qualcuno confessa di essersi rivolto a degli smaltitori abusivi. «Dove lo portano? Non ne ho idea, so solo che non possiamo permetterci di pagare anche una ditta per i rifiuti speciali».
Massimo Ledda