Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Ma Sant'Efisio è uno del popolo, la processione una festa colorata» Maria Francesca Chiappe ha rile

Fonte: L'Unione Sarda
30 aprile 2019

BIBLIOTECA DELL'IDENTITÀ.

Il libro presentato ieri nella chiesa di Santa Restituta

«Ma Sant'Efisio è uno del popolo, la processione una festa colorata» Maria Francesca Chiappe ha riletto 130 anni di cronache giornalistiche

«Sant'Efisio, per i cagliaritani, è uno del popolo, uno di loro. Non lo si invoca per un miracolo, bensì gli si chiede un favore. La processione in suo onore non è solenne e triste, ma colorata, gioiosa, fatta di bellezza e sorrisi». Così, facendo proprie le parole di un collega di tanti anni fa, la capo cronista de L'Unione Sarda Maria Francesca Chiappe ha aperto la presentazione del suo volume “Sant'Efisio nelle cronache de L'Unione Sarda”, svoltasi ieri sera nella chiesa cagliaritana di Santa Restituta, volume della Biblioteca dell'identità che celebra i 130 anni di vita del giornale.
Come si racconta la festa
Affiancata da Francesco Abate, capo delle pagine della Cultura e moderatore della serata, Chiappe ha illustrato il lavoro di ricerca fatto sfogliando tutte le pagine dedicate da L'Unione Sarda alla festa di maggio dal 1890 al 2013, scelta che il direttore editoriale Lorenzo Paolini ha definito «sorprendente. Col tempo cambia il modo di scrivere e di percepire gli avvenimenti ma non cambia la religiosità dei cagliaritani e dei sardi, stretti con amore e fedeltà attorno al loro santo».
Lia Serreli, direttore generale dell'Unione Sarda, ha anticipato lo sforzo che il gruppo editoriale anche quest'anno farà per offrire una copertura totale dell'evento: «Oltre ai pezzi del quotidiano, Videolina proporrà 40 ore di diretta televisiva, senza contare le trasmissioni di Radiolina e lo streaming sul nostro sito».
Il santo sul carro
Soffermandosi su alcune tra le più significative e curiose pagine del volume (in edicola al costo di 3,70 euro più il prezzo del quotidiano), Maria Francesca Chiappe ha ricordato che fino al 1892 i cronisti del tempo riservavano poche righe alla processione del Gloriosu: «Erano gli anni in cui in Europa i lavoratori rivendicavano salari e orari più giusti. Si temeva lo scatenarsi di disordini e tafferugli per iniziativa degli anarchici, ma a Cagliari non accadde nulla di ciò». Nel 1918, l'ultimo anno della Grande Guerra, le manifestazioni pubbliche erano vietate: «Questo non impedì ai veterani in congedo a Cagliari di offrirsi di trainare il cocchio a forza di braccia per le vie della città, consentendo lo svolgimento della cerimonia popolare». Nel 1943, ancora guerra, Cagliari è sfigurata dalle bombe: «Il simulacro del santo fu posizionato su un carro del latte messo a disposizione dalla famiglia Gorini. Traballante, passò tra le macerie di Stampace e giunse fino a Nora, dove le campane della chiesetta chiamarono a raccolta la gente incredula e commossa. Nel leggere l'articolo dell'epoca ho pianto: è struggente almeno quanto il celebre filmato in bianco e nero girato da Marino Cao».
Il dolore sul volto
Paolo Matta, dal 1983 voce televisiva della festa di Sant'Efisio per Videolina, in merito ha aggiunto: «I fotogrammi che fissano il volto del santo restituiscono un senso di profondo dolore, quello di Efisio che soffre con la sua stessa gente. Forse è solo suggestione, o forse no».
Poi ci fu la volta, nel 2002, che spuntò l'improvvida proposta di accorciare di quattro chilometri il percorso abituale del santo: «Il tratto da Cagliari a villa Ballero, da coprire via mare a bordo di una chiatta. Polemiche a parte, non se ne fece nulla», ha ricordato l'autrice del libro citando un esilarante editoriale firmato all'epoca da Massimiliano Medda. L'attore cagliaritano, ospite della serata, ne ha letto alcuni passaggi: «E se i buoi s'azziccanta e s'inci fulianta a mari? Io non so nuotare… in gioventù ero un condottiero romano, miga unu bagninu».
Il leader dei Lapola l'ha buttata sul sentimentale (se così si può dire), riportando alla memoria di tutti «un caposaldo della secolare storia della festa: Nico Bortis e il suo “Sant'Efisio, tu mi fai emozionare”. Non un semplice discorso ai microfoni di Antonello Lai, ma poesia pura».
Is Goccius dei confratelli
Da brividi il gran finale (a sorpresa per tutti, con lo zampino del gran cerimoniere Abate), quando i componenti dell'Arciconfraternita del Gonfalone hanno intonato a voce piena, subito seguiti da parecchi dei presenti, is Goccius dedicati al santo: Protettori poderosu /De Sardigna speziali/ Liberainosì de mali /Efis martiri gloriosu.
Fabio Marcello