Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'esordio in Consiglio dell'inno dei sardi: e l'Aula si commuove “Procurade 'e moderare” eseguito pe

Fonte: L'Unione Sarda
29 aprile 2019

Il testo di Mannu del 1795 L'esordio in Consiglio
dell'inno dei sardi:
e l'Aula si commuove “Procurade 'e moderare” eseguito
per la prima volta come canto ufficiale

Le launeddas, i tenores del gruppo Murales di Orgosolo. Tutto molto sardo, ma la magia si è compiuta dopo. Quando le esecuzioni hanno lasciato spazio al canto popolare, e anche il maestro si è girato verso i banchi del Consiglio e le tribune del pubblico, e tutti hanno intonato Procurade 'e moderare . Altre volte la musica e le parole della tradizione sarda avevano risuonato nel parlamento dei sardi, ma ieri è stata una prima volta storica. Perché finora il canto “Su patriota sardu a sos feudatarios” non era mai stato eseguito come inno ufficiale della Regione Sardegna.
Conoscenza diffusa
Riconoscersi in un inno nazionale non è scontato né automatico. Per esempio a molti italiani “Fratelli d'Italia” non dice granché. Ma forse questo non sarà un problema per quello sardo. È vero che pochi ne conoscono il titolo vero e lo confondono col verso iniziale, ma del resto questo è spesso il destino dei brani più popolari: quanti dimenticano che Volare (Modugno) in realtà è “Nel blu dipinto di blu”? E soprattutto: che importanza ha?
Conta invece il fatto che praticamente tutti i sardi sappiano canticchiare almeno Procurade 'e moderare/ barones sa tirannia , la ferma esortazione che apre il testo composto nel 1794 o 1795 da Francesco Ignazio Mannu. Certo, la conoscenza integrale è riservata a una ristretta cerchia di cultori: «L'inno è formato da 47 strofe, per un totale di 376 versi», ha ricordato ieri in Consiglio regionale il professor Luciano Carta, rappresentante del “Comitato Sa Die de sa Sardigna”, nell'intervento che ha aperto la parte “informale” della seduta dedicata alla festa del 28 Aprile.
Il canto era diventato inno ufficiale della Sardegna proprio in occasione di Sa Die un anno fa, quando l'assemblea legislativa aveva approvato la relativa legge. Ma mancava il decreto sulle modalità di attuazione, e questo è stato uno dei primi atti ufficiali del nuovo presidente sardista della Regione, Christian Solinas. Carta ha ricordato che, tra queste modalità, una riguarda l'esecuzione di sole sei strofe, o anche meno, scelte tra le più significative. E questo è appunto accaduto ieri quando in aula si è esibito il coro parrocchiale Santa Maria degli Angeli di Flumini, insieme al Gruppo Cuncordia-launeddas, cui poi si sono uniti i Murales di Orgosolo. E alla fine, come detto, tutti i presenti. Con o senza la mano sul cuore.
Le strofe selezionate
Tra le strofe che il Comitato ha suggerito di utilizzare, ha riepilogato Carta, oltre a quella iniziale ha un grande significato la quarta ( Su populu chi in profundu/letargu fit sepultadu/finalmente despertadu/s'abbizzat ch ‘est in cadena ), che mette in evidenza il rapporto con l'Illuminismo: «È la ragione - ha rimarcato il professore - che consente al popolo di prendere coscienza del fatto di essere schiavo».
E poi «c'è la sarcastica strofa 24, che parla del popolo delle campagne al lavoro per ingrassare i ricchi di città»: Trabagliade trabagliade/o poveros de sas biddas/pro mantenner in zittade/tantos caddos de istalla . Fino alle esplicite strofe finali, «l'invito a combattere», Custa, populos, est s'hora/d'estirpare sos abusos/.../Gherra, gherra a s'egoismu/et gherra a sos oppressores . E la conclusione, famosa quasi come l'incipit: Cando si tenet su bentu/ est prezisu bentulare , che non parla tanto del momento giusto per trebbiare, ma delle occasioni da cogliere, dell'ora in cui è doveroso muoversi e fare qualcosa. Vale per ognuno di noi, vale anche per un popolo. (g. m.)