Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Volontari, i supplenti dello Stato Sanità, difesa, ambiente, povertà: l'impegno al servizio degli al

Fonte: L'Unione Sarda
15 aprile 2019

IL FENOMENO.

Si moltiplica il numero di persone al lavoro in vari settori della società Volontari, i supplenti dello Stato Sanità, difesa, ambiente, povertà: l'impegno al servizio degli altri 

Per qualcuno è una vocazione. Per altri, un dovere sociale. Per tutti, il bisogno di vivere la solidarietà. Sono le donne e gli uomini che, in città, non si fermano, dando gambe e anima al “terzo settore”, ovvero a quella realtà ampia e variegata rappresentata da associazioni e imprese sociali che agiscono senza scopo di lucro.
Dove lo Stato non arriva, insomma, ci sono i volontari di una città che non rinuncia ad esprimere momenti di vera solidarietà nei confronti degli indigenti ma anche ad impegnarsi nel sociale. Tantissime le associazioni collegate al 118 (senza le quali il servizio non sarebbe mai potuto partire), numerosi i volontari ospedalieri, quelli più specializzati nell'ambiente o nella difesa del mare, nell'antincendio, nelle carceri.
«Il volontariato - dice don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana - è un punto di forza della società e spesso si sostituisce ad uno Stato che fatica ad essere sempre presente. A fianco al volontariato storico, quello più strutturato come quello del soccorso del 118, del servizio civile, dell'ecologico-ambientalista, c'è una realtà magari più informale, senza sigle, che copre un ruolo straordinario. Basti pensare a chi opera sulla strada, o a chi magari va nelle mense universitarie per farsi consegnare i pasti non consumati e poi li distribuisce alle famiglie povere. In un momento come questo, poi, difficile e complicato, riemerge l'intolleranza: il volontariato e la solidarietà fanno da contro bilanciamento».
La storia
«Sono diventato volontario per caso», racconta Sergio Mariotti, 47 anni, titolare di uno studio di amministrazione immobiliare e responsabile dei City Angels. «Proprio per caso sono uscito una notte con i volontari dell'associazione spinto alla curiosità e ho scoperto la realtà degli invisibili. A loro ho scelto di dedicare un bel po' delle mie sere. In una di queste, e non lo dimenticherò mai, aiutammo una donna vittima di un tentativo di stupro. È un impegno che ti coinvolge, non può che essere così quando operi con persone in grande difficoltà. Ci aiutano alcune donne, la sera preparano i pasti caldi che portiamo ai nostri amici. Magari anche con una coperta o abbigliamento».
La scelta
Donatella Barella ha 67 anni e il suo tempo da volontaria ha scelto di dedicarlo ai detenuti. «Passai davanti al carcere e in quel preciso momento pensai che lì dentro, oltre le mura, c'erano persone, esseri umani. Da bambina avevo conosciuto la povertà materiale, ero la più grande di dieci figli e mi sono occupata della loro crescita. È nato così il senso della solidarietà che mi sta ancora accompagnando. Quando seppi che alla Caritas venne affidato il progetto per la nascita e la gestione di un centro d'ascolto per i detenuti partecipai e mi venne affidata la responsabilità del servizio. Ora mi occupo del magazzino, soprattutto degli indigenti che qui sono tantissimi. Di fatto assisto tremila detenuti. Sono una volontaria, posso esserlo grazie alla mia famiglia, a mio marito, ai miei figli che mi sostengono anche economicamente».
I settori
Passione, volontà, voglia di mettersi a disposizione dei più deboli.
Gli “arruolati” della solidarietà militante non dimenticano alcun settore della vita sociale. Neppure l'ecologismo. Toni Corona ha 72 anni, venticinque dei quali trascorsi da volontario di Legambiente. A scatenare la passione, la prima nidificazione dei fenicotteri rosa a Molentargius. «La seguimmo come Associazione per il parco di Molentargius, ma il vero “battesimo” furono le battaglie per salvare Tuvixeddu, senza le quali, probabilmente, la necropoli sarebbe stata invasa dal cemento». Impegno ecologico e culturale. «Fummo i primi, spinti dal giornalista Vito Biolchini, a occuparci di Monumenti aperti. La prima edizione fu un successo, fortunatamente compreso dal Comune».
Andrea Piras