Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un nuovo giro di rottamazione Operazione ancora da costruire, interessate Cagliari, Nuoro e Oristano

Fonte: L'Unione Sarda
4 aprile 2019

FISCO.

Nel decreto crescita la sanatoria per i Comuni non più gestiti da Equitalia

Un nuovo giro di rottamazione Operazione ancora da costruire, interessate Cagliari, Nuoro e Oristano

Arriva una chance per chi non è potuto salire sul treno dell'ultima rottamazione (ter) delle cartelle. Con il decreto crescita, che aspetta di passare all'esame del Consiglio dei ministri, il Governo ha deciso di rimediare “all'errore” commesso con il collegato fiscale alla legge di Bilancio dello scorso ottobre, quando aveva chiuso le porte della sanatoria a quei contribuenti che avevano ricevuto cartelle relative a contravvenzioni e tributi locali in Comuni non più gestiti da Equitalia. Comuni come Cagliari, Nuoro o Oristano, solo per citarne alcuni, dove da qualche anno l'attività di riscossione viene effettuata in proprio con società in house o da concessionari privati.
La novità
In pratica, grazie alla nuova norma, la rottamazione-ter si potrà estendere anche alle multe e alle imposte locali nei Comuni che non hanno affidato la raccolta delle entrate a Equitalia, oggi Agenzia delle Entrate Riscossione. La platea dei Comuni interessati in tutta Italia è di circa 5mila, il 60% dei municipi italiani. Oltre la metà sono anche quelli coinvolti in Sardegna. «Per il momento si tratta solo di un'ipotesi, ma se l'esecutivo deciderà in tal senso i Comuni avranno 60 giorni per decidere se aderire e consentire di sanare quei ruoli fin qui esclusi», spiega Andrea Landi, commercialista cagliaritano.
L'operazione
Nel caos strutturale che domina il Fisco locale, l'operazione si annuncia complessa. La nuova sanatoria è particolarmente ampia, e può interessare le ingiunzioni inviate tra il 2000 e il 2017 a quei contribuenti che in quel periodo non si sono presentati alla cassa a pagare tributi locali, come Imu, Tasi, Tari o anche le contravvenzioni per violazione del codice della strada. A questo, si aggiunge il fatto che «uno stesso Comune può aver deciso di rinunciare a Equitalia in periodi diversi rispetto a tributi locali differenti. Spetterà al cittadino andare a vedersi tutte le delibere per comprendere se e quali ruoli rientrano nella rottamazione», spiega ancora Landi.
Il labirinto
È evidente che per un contribuente non esperto della materia, orientarsi in questo labirinto sarà complicatissimo. Per questo motivo, i Comuni, oltre a dover decidere se accettare la rottamazione, decidendo quali entrate e per quali anni permetterla all'interno del pacchetto completo (2000-2017) proposto dalla legge nazionale, dovranno comunicare sul sito istituzionale la propria decisione con la quale specificano anche il calendario e le modalità per aderire alla rottamazione e pagare le rate. Anche queste, naturalmente, sono diverse da Comune a Comune. Cagliari, per esempio, ha divorziato da Equitalia nel 2013, Oristano l'ha fatto addirittura nel 2011.
Detto questo, però, «il provvedimento è comunque positivo perché in linea di principio riapre la porta della pace fiscale anche a quei contribuenti fin qui esclusi».
Mauro Madeddu