Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Comune, arriva l'ok allo stadio del Cagliari

Fonte: L'Unione Sarda
29 marzo 2019

IL VOTO. L'obiettivo: la posa della prima pietra nel 2020 quando si festeggerà il centenario della società rossoblù

 

Passa il nuovo progetto da trentamila posti. Si avvera il sogno del presidente Tommaso Giulini

 

 

Al termine di una discussione estenuante, alle 21.20 di ieri, il Consiglio comunale di Cagliari ha approvato - nell'ultima seduta utile prima dello scioglimento di domenica - la delibera che dichiara di pubblico interesse il progetto del nuovo stadio Sant'Elia, modificato per poter ospitare sino a 30mila spettatori. Un via libera incerto sino all'ultimo perché parte della minoranza è andata via dopo il dibattito e il numero legale è stato in bilico sino a quando in Aula non è arrivata la consigliera di Autonomisti per Lussu Monia Matta. Alla fine i votanti sono stati 21, tra cui 15 favorevoli e 6 astenuti.
Le reazioni
Soddisfatto il sindaco Massimo Zedda, che lunedì decadrà dall'incarico. «È importante che il progetto stadio, che è di grande pregio architettonico e valorizza l'intero quartiere di Sant'Elia, vada avanti in tempi celeri - sono state le sue parole -. Sono contento che sia proprio questo l'ultimo atto del mio mandato perché i cagliaritani aspettano da 30 anni che questo sogno si avveri, un sogno che avrà ricadute di visibilità, economiche e anche occupazionali». Il patron del Cagliari Calcio Giulini ha affidato la sua gioia a Twitter, il cui sogno è posare la prima pietra nel 2020 in occasione del centenario della società: «Un altro passo importante verso il nostro sogno, quello di Cagliari e di tutti i sardi. Con ancora più impegno continuiamo a lavorare per presentare il progetto definitivo de #lanostraCasa».
Il dibattito
Era stato lo stesso primo cittadino dimissionario a illustrare la delibera, arrivata perché dopo la prima dichiarazione di pubblico interesse approvata dal Consiglio comunale nel 2016 il Cagliari Calcio ha modificato il progetto originario. Un'esigenza nata dal fatto che la Figc prima e la Uefa poi avevano consigliato alla società rossoblù di fare uno stadio da 30mila posti, cioè la soglia minima per poter ospitare partite internazionali e anche quelle degli Europei del 2024. Così si è passati da una capienza di 21mila posti a sedere a quella attuale di 25.500, estensibile però sino a 30mila, aumentando di 6,5 metri le altezze massime. «L'altra novità rispetto al primo progetto - ha proseguito Zedda - è che si prevede la trasformazione in struttura ricettiva e direzionale degli 8.000 metri quadri di volumetrie già esistenti che prima erano destinati a foresteria e la creazione di un'ampia area verde e sportiva pubblica». Crescono naturalmente anche i costi per la realizzazione: da 55 milioni di euro si è passati a 76,7.
Minoranza polemica
Dura la presa di posizione di gran parte dei consiglieri di opposizione, che pur dicendosi favorevoli al nuovo stadio hanno accusato la giunta di non averli messi in condizione di esprimere una scelta consapevole. «Non possiamo votare come un atto di fede», ha detto Maria Antonietta Martinez dei 5 Stelle. «La fretta fa i gattini ciechi», ha aggiunto Raffaele Bistrussu. «Io sono tifosissimo del Cagliari ma non posso votare una delibera di tale importanza al buio», sono state le parole di Piergiorgio Massidda che al momento del voto si è astenuto.
Maggioranza compatta
Accuse a cui Zedda, ma anche gli altri consiglieri di maggioranza che hanno votato compatti, hanno replicato così: «Gli aspetti tecnici potranno essere approfonditi in seguito, in Consiglio dovranno ancora passare il progetto guida che sarà redatto dagli uffici comunali e poi quello esecutivo. Successivamente ci sarà la gara internazionale bandita dal Comune e solo a quel punto si firmerà la concessione per 50 anni dell'impianto. Noi qui dobbiamo decidere senza nasconderci solo se questo progetto è nell'interesse della città o meno». Alla fine il Consiglio ha detto sì.
Massimo Ledda

 

LA STORIA. Un iter burocratico avviato quattro anni fa 

Addio al vecchio Sant'Elia

 

«Contiamo di produrre tutto entro Natale e depositare il progetto in Consiglio comunale nelle prime settimane di gennaio». Così diceva Tommaso Giulini il 13 dicembre, dopo aver presentato la modifica al progetto del nuovo Sant'Elia necessaria per costruire un impianto più grande rispetto al previsto, capace di accogliere 25 mila e 200 spettatori (fino a 30 mila in una fase successiva).
I tempi poi si sono dilatati, e solo ieri è arrivato il via libera definitivo che consentirà al Cagliari di avere entro alcuni anni una “casa” moderna e funzionale. La fine di un tormento burocratico, forse, cominciato a ben vedere con le prime trasferte rossoblù a Tempio e addirittura a Trieste, nella prima metà degli anni Duemila, a causa di una struttura divenuta inadeguata e obsoleta per la serie A. L'allora presidente Massimo Cellino, non senza polemiche con l'amministrazione cittadina, aveva rotto gli indugi e portato il club fuori Sardegna. Poi, alla ricerca di una sistemazione migliore dopo il no del Comune al progetto di nuovo stadio, era spuntata l'ipotesi Quartu: vicina, con un campo da sistemare (Is Arenas), più facile da raggiungere. Così in pochi mesi erano state tirate su le tribune, sistemato il terreno erboso, predisposte le curve. E il Cagliari aveva cominciato a giocare. Era l'estate 2012: pochi mesi dop,o l'inchiesta su quella costruzione aveva portato ai primi arresti, culminati con quelli di Cellino e dell'ex sindaco di Quartu all'inizio del 2013.
Un anno dopo era cominciata l'era Giulini, buttatosi a capofitto sul progetto stadio. Nel dicembre 2015 ecco il primo rendering: tre le società in lizza. Nel maggio 2017 l'ok per realizzare un impianto provvisorio a fianco al vecchio Sant'Elia (con le stesse tribune usate a Is Arenas), dove il 28 dello stesso mese si era giocata l'ultima partita: Cagliari-Milan 2-1. Una vittoria, 1-0 col Crotone, anche per la prima alla Sardegna Arena il 10 settembre. La speranza di Giulini era avviare i lavori per il nuovo Sant'Elia entro il 2020, centenario del club, ma la richiesta di aumentare la capienza aveva imposto un nuovo passaggio in conferenza dei servizi e le dimissioni di Massimo Zedda avevano fatto pensare a un rinvio molto lungo prima di un ritorno in Consiglio comunale. È andata diversamente: presto il Cagliari avrà uno stadio degno di questo nome.