VIALE REGINA MARGHERITA. Investimento da 10 milioni di euro. La gestione sarà affidata a una multinazionale
Una spa con l'acqua termale di Sardara e 120 stanze nell'albergo della famiglia Mambrini
L'ultimo intoppo, risolto in extremis, è stata la delibera sulla prima ora di parcheggio gratuita. Ora che la trafila burocratica per il cambio della destinazione d'uso (da pubblico a ricettivo) è stata completata, finalmente La Scala di ferro non sarà più un ex albergo. Lo storico edificio di viale Regina Margherita tornerà al suo antico splendore di hotel di lusso con vista sul Golfo degli Angeli. Ospitò Gabriele D'Annunzio, Carlo Levi, il premio Nobel per la letteratura Salvatore Quasimodo, lo scrittore inglese David Herbert Lawrence, Filippo Tommaso Marinetti, Sibilla Aleramo, Fausto Coppi, Gino Bartali, Mario Del Monaco e Totò. Una volta conclusi i lavori, le stanze, la piscina sul tetto, i bar e la “spa” con l'acqua delle Terme di Sardara saranno a disposizione di un turismo di alto livello.
Il progetto
Mario dal Molin e lo staff del suo studio di architettura sono stati incaricati dalla società “Scafe” della famiglia Mambrini (attuale proprietaria) della progettazione. «Inizialmente la trasformazione era prevista solo per una porzione, poi è stata decisa una destinazione a uso esclusivo ricettivo». Gli interventi riguarderanno solo l'interno e non andranno a interessare le mura esterne dell'edificio, sottoposte a vincoli monumentali da parte della Sovrintendenza. «Per la trasformazione in albergo di lusso l'investimento previsto è di circa 10 milioni di euro», afferma Dal Molin. A questa somma vanno aggiunti 538 mila euro versati al Comune come “Beneficio pubblico/privato” per i vantaggi prodotti dall'affitto alla Prefettura. «I lavori inizieranno il prima possibile», aggiunge il progettista. «Abbiamo già acquisito il parere preliminare dei Vigili del fuoco». Il progetto prevede la realizzazione di 119 stanze sul 4 livelli, una piscina all'aperto al secondo piano, un centro termale al primo livello interrato e un parcheggio con 95 stalli, compresi 22 posti per le moto (l'ingresso di via Torino è riservato ai residenti che avranno particolari condizioni). Al terzo livello interrato il museo che conserva le vecchie strutture cinquecentesche e ottocentesche ma anche reperti archeologici risalenti all'età repubblicana e Alto Medievale. Nel primo piano del parcheggio è stata ricavata un'area archeologica con le tombe di una famiglia vissuta a Cagliari tra il primo e il terzo secolo dopo Cristo. «Il museo dopo due anni la gestione passerà totalmente al Comune».
Luca Mambrini, amministratore della società, è soddisfatto. «Finalmente il Consiglio comunale ha valutato positivamente la nostra proposta. Sono in corso accordi con una multinazionale per la gestione dell'albergo».
La storia
La Scala di Ferro ha chiuso i battenti nel 1964. Tre anni prima la compagnia Jolly Hotel acquistò l'intero complesso e, dopo averlo restaurato, lo chiuse. Fu l'inizio del degrado. Fino al 1998, quando la “Scafe” realizzò la sede della Prefettura e i parcheggi. Dal 2012, dopo sei anni, la rappresentanza del Governo ha lasciato gli uffici. Da allora una parte dell'edificio non è utilizzata, l'area che si affaccia su via Torino dal 2016 ospita gli studenti del Convitto nazionale e del liceo classico musicale.
Andrea Artizzu