SANT'ELIA.
Tra i palazzi di piazza Lao Silesu e piazza Falchi odore nauseabondo, strade distrutte e senza illuminazione
Centinaia di famiglie in mezzo ai liquami Saltano le fogne ed esplode la rabbia dei residenti: «Presenteremo un esposto in Procura»
L'odore nauseabondo ti toglie il respiro. I liquami puzzolenti arrivano fino all'ingresso dei palazzi del complesso Del Favero a Sant'Elia. E gli abitanti sono esasperati. Centinaia di famiglie tra piazza Lao Silesu e piazza Falchi vivono in una situazione igienica disastrosa. «Qui», sospira Gabriella Paderi, sempre in prima linea nel denunciare i problemi del rione, «ci sono tanti bambini e persone anziane. A volte anche uscire di casa è impossibile». Il comitato di quartiere questa volta è deciso: «Comune e Regione, come sempre, si rimpallano le responsabilità», sbotta il presidente, Billo Vistosu. «Così gli interventi per ripulire le fogne oramai intasate avvengono sempre in forte ritardo. Stiamo pensando di presentare un esposto in Procura».
Gli operai
Giampiero Sanna sta pulendo la sua auto sotto i palazzi di piazza Lao Silesu. I laghi maleodoranti sono ben visibili nonostante, a pochi metri, gli operai di una ditta di autospurgo sono al lavoro per cercare di limitare i danni. «Siamo in una situazione disastrosa», sbotta. «Ogni cinque mesi le fogne saltano e ci ritroviamo sommersi da questa robaccia. Anche respirare diventa impossibile e se non ci aiuta il maestrale le nostre case vengono invase da un odore terribile». I liquidi non risparmiano niente. Raggiungono anche garage e androni dei palazzi. Due signore, armate di scope, stracci e detersivi, cercano di pulire gli ingressi. «Lavorare con questa puzza non è facile». E il “fai da te” spesso diventa l'unica salvezza. «Molte volte», confida la Paderi, «eliminiamo noi, grazie all'opera di molti uomini e giovani, i liquami per consentire agli anziani di poter rientrare a casa».
Le proteste
Stessa situazione in piazza Falchi. Fanghiglia puzzolente nella strada sterrata. Chi passa trattiene il respiro. Emma Polidetti è stanca: «Siamo all'esasperazione. Ci troviamo così ogni due o tre mesi. Dopo le nostre proteste arriva il mezzo dell'autospurgo. Ma il problema non viene risolto: è soltanto rinviato. Dopo trenta o sessanta giorni siamo punto e a capo». Le telefonate ad Area, proprietaria degli immobili, e al Comune sono sempre numerose. «Così», spiega Vistosu, «dopo qualche giorno mandano gli operai. Le fogne vengono liberate parzialmente e così il problema si ripresenta costantemente. Servirebbe un intervento radicale». Nei giorni scorsi un bambino in sella alla sua bici è caduto proprio a causa dell'acqua stagnante. Fortunatamente non si è fatto molto male.
L'appello
A Sant'Elia la richiesta, da decenni, è sempre la stessa. «C'è un nuovo Consiglio regionale», spiegano i responsabili del comitato di quartiere, «e tra poco si andrà a elezione per il Comune. Speriamo, anche se non siamo molto ottimisti, che qualcuno si occupi realmente della situazione dei palazzoni. Perché oltre al problema delle fogne ci sono anche quelli delle strade distrutte, dei marciapiedi dissestati e dell'assenza di illuminazione». Senza dimenticare la critica rivolta a tutti i politici, di ogni colore: «Basta farsi vedere solo quando c'è da raccogliere voti».
Matteo Vercelli