Agus replica a Comandini «Stop al fuoco amico contro Massimo Zedda»
La leadership nel centrosinistra non è messa in discussione perché «prima di tutto dobbiamo lavorare per farlo rinascere». Francesco Agus, esponente di Campo progressista, va in trincea dopo le frecciate su Massimo Zedda da parte dell'esponente del Pd Piero Comandini, intervistato dall'Unione Sarda: «Zedda - assicura Agus - è l'unico capace di intepretare il programma che abbiamo portato alle elezioni».
Ha la sensazione che da parte del Pd si voglia indebolire il candidato presidente?
«Non lo so ma non sarebbe una buona idea. Zedda ha accettato una candidatura in una situazione in cui qualunque ragionamento personalistico gli avrebbe suggerito una scelta diversa. Abbiamo raggiunto un risultato superiore rispetto al punto di partenza ed è stato sicuramente un valore aggiunto che ha fatto la differenza».
È il momento in cui ci si toglie i sassolini dalla scarpa?
«È sempre successo, ho vissuto vittorie e sconfitte per cui conosco questi meccanismi. Sarebbe di cattivo gusto, però, se a farlo fossero le stesse persone che, nel momento della difficoltà, hanno sostenuto la scelta del candidato presidente perché era l'unica possibilità di giocarsi la partita».
Si riferisce a Comandini?
«Parlo a tutti quelli che, come me, facevano parte della maggioranza uscente, quindi anche a lui. Suggerisco di scendere dalla cattedra e pensare ognuno alle proprie responsabilità».
A proposito di responsabilità: lasciare il Comune di Cagliari è stato un errore?
«Al posto suo avrei fatto lo stesso. Quindi secondo me ha fatto bene».
Anche questa scelta è stata criticata da Comandini.
«Avremmo dovuto spiegare agli oltre 250mila sardi che ci hanno votato alle regionali che eravamo pronti per governare, ma non per tutelare, all'opposizione, gli stessi temi sostenuti in campagna elettorale».
Sarebbe colpa di Zedda se il capoluogo andasse al centrodestra?
«Non facciamo allarmismi. A Cagliari il consenso è aumentato. Campo progressista e le liste civiche hanno ottenuto un buon risultato, capace di compensare il calo del Pd. Adesso troviamo una candidatura forte con le primarie».
A livello regionale, però, il consenso è stato inferiore.
Nel resto della Sardegna, dove l'opera amministrativa non è stata tangibile, hanno pesato altri fattori».
Quali?
«Non è bastato il tempo per recuperare gli errori fatti nell'ultima legislatura».
In Consiglio regionale potreste rappresentare un blocco a sinistra del Partito democratico. Un modo per convivere in pace?
«Il nostro sguardo non è contro il Pd. Vogliamo costruire una coalizione vera a Roma e Cagliari».
Quella delle ultime elezioni non lo era?
«Il centrosinistra è nato all'ultimo momento. Sei simboli su otto si sono presentati per la prima volta alle elezioni regionali».
Perché questa difficoltà a ricostruire un'area compatta?
«In questi anni, purtroppo a causa di atti di miopia la coalizione è stata disintegrata tanto a livello nazionale quanto a livello regionale, penalizzando tutti i partiti».
Tutti pronti a fare gli operai?
«Chi ci ha votato chiede attenzione sui temi, coerenza e unità. E tutti, nessuno escluso, abbiamo questa responsabilità».
Matteo Sau