CASTELLO. La Sovrintendenza autorizza il progetto. Le rovine visitabili a fine anno
Al via i lavori per il recupero
dell'area archeologica
Non importa chi sarà il prossimo sindaco di Cagliari e quale sarà la sua Giunta. Di certo avranno in eredità il bastione di Santa Caterina restaurato e valorizzato.
Dopo anni di interruzioni, intoppi burocratici e ritrovamenti archeologici la Sovrintendenza ha firmato il nulla osta per il progetto elaborato dal Comune. Entro l'anno l'area di fronte all'omonimo istituto scolastico sarà nuovamente a disposizione degli alunni, dei cagliaritani e dei turisti. Non solo, attraverso un sistema di aperture nella scalinata fra il bastioncino e palazzo Boyl, passerelle e una trave ponte appesa al solaio (sospesa sugli scavi) sarà possibile ammirare l'ipogeo e i ritrovamenti risalenti al periodo medievale.
Gli scavi
Il recupero del bastione di Santa Caterina ha una storia lunga più di dieci anni. Tutto è iniziato con le infiltrazioni d'acqua nella passeggiata coperta. I lavori di impermeabilizzazione non sono stati sufficienti a eliminare il problema, così i tecnici dell'assessorato ai Lavori pubblici (coordinati dall'architetta Luisa Mulliri e sotto la super visione della Sovrintendenza) hanno iniziato una fase di studio e scavi mirata a individuare l'origine del flusso d'acqua. E proprio durante l'operazione di svuotamento sono venuti alla luce reperti archeologici di enorme valore storico. Ritrovamenti che, però, hanno causato l'interruzione delle opere e la modifica dei progetti per il recupero del bastione.
I lavori sono andati a singhiozzo sino al 2012 con l'apertura di un nuovo cantiere. Le sorprese non sono mancate neanche questa volta. Il primo giorno di scavo saltano fuori l'ipogeo punico romano, altri reperti medievali, il canale del Cima ed exagia di vetro (stampi utilizzati per coniare moneta). Nuovo stop. Tra ritrovamenti e false partenze si va avanti sino alla fine dell'anno scorso, quando la Sovrintendenza autorizza il progetto definitivo per il recupero e la valorizzazione monumentale del bastione di Santa Caterina.
Il progetto originario
Il progetto originario prevedeva la realizzazione di un solaio per chiudere la piazza. La visione dei ritrovamenti medievali sarebbe stata possibile tramite una finestra affacciata a una rampa sul lato lungo dello scavo. L'uscita era stata individuata sul fianco delle scalette di via Canelles. Soluzione poi abbandonata per via di nuove scoperte archeologiche.
L'accesso all'ipogeo, invece, era stato predisposto in corrispondenza della muratura laterale del bastioncino di Santa Caterina, fra la scalinata e palazzo Boyl.
Il progetto approvato
La sistemazione, approvata dalla Sovrintendenza, prevede la chiusura della piazza del bastione di Santa Caterina attraverso la creazione di un solaio in acciaio (simile a quello utilizzato per la Domus romana del corso Vittorio Emanuele), che pur possedendo i requisiti di resistenza e affidabilità, ricopre gli scavi medievali lasciando lo spazio sufficiente per offrire una buona prospettiva sui reperti. Il solaio, privo di appoggi all'interno della struttura archeologica e sostenuto su gabbioni in pietra (completamente smontabili) a fianco dei rinvenimenti, sosterrà a sua volta una trave-ponte . Si tratta di un balcone sospeso, allestito con pavimento e parapetto trasparenti, di una dimensione tale da permettere la visita dello scavo di superficie e sistemato in modo da offrire, anche a persone con difficoltà motorie, uno scorcio suggestivo del sottostante ipogeo altrimenti non visibile.
Per accedere all'area archeologica sono stati contemplati due ingressi. L'accesso all'ipogeo punico romano è previsto attraverso un'apertura già esistente nella scala originaria scavata nella roccia che si affaccia sul pianerottolo intermedio dello scalone di fronte a palazzo Boyl. Pochi metri più in alto, nella stessa scalinata, sarà realizzato il passaggio alla balconata sospesa sulle rovine medievali.
Particolare rilevanza è stata data alla salvaguardia dei reperti. Un macchinario effettuerà il monitoraggio del microclima dello scavo per il mantenimento dell'umidità necessaria e la conservazione degli intonaci e delle murature.
L'assessore
Maurizio Chessa, assessore ai Lavori pubblici, è soddisfatto. «Il bastione è uno scrigno che custodisce gioielli che non tutti conoscono. Grazie alla perfetta intesa tra Comune e Sovrintendenza questo tesoro sarà a disposizione di tutti».
Andrea Artizzu