Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'amore ai tempi di Claudio

Fonte: L'Unione Sarda
10 agosto 2009

Un successo dietro l'altro. Prima a Olbia, Alghero, Tortolì e ieri sera anche a Cagliari. L'Anfiteatro romano accoglie Claudio Baglioni con il tutto esaurito e anche nel capoluogo si rinnova uno dei miracoli della musica leggera italiana. Il Piccolo grande amore ha superato indenne gli anni di piombo, il crollo del muro di Berlino, la prima repubblica e resiste anche nel terzo millennio. Insomma, non c'è crisi che tenga. Baglioni è abilissimo a schivare tutte le congiunture negative, anche la scarsa vena creativa che ha caratterizzato la sua carriera dalla metà degli anni Ottanta fino a oggi.
Potere di Questo piccolo grande amore che fa passare in secondo piano una discografia zeppa di antologie, compilation e album dal vivo doppi e tripli: su trenta dischi una ventina sono raccolte. La canzone, considerata da una giuria popolare, la più bella del secolo scorso, si è rivelata vincente anche anche per il progetto “Gran Concerto - QPGA”, presentato come qualcosa di nuovo, speciale, inedito. In realtà l'idea è vecchia quasi quarant'anni. Baglioni l'ha ripescata, riveduta, ristrutturata e confezionata pensando al suo fedelissimo pubblico. Una micidiale operazione di marketing artistico. Ed ecco che “QPGA” diventa un film, un libro, un disco (che uscirà alla fine del tour) e un concerto. Come quello di ieri a Cagliari davanti a cinquemila spettatori organizzato dall'Agenzia Applausi. Dettaglio di cronaca: tra i fan anche il sindaco Emilio Floris, che insieme all'assessore Anselmo Piras, ha regalato a Baglioni una medaglia d'argento con lo stemma della città.

Lo spettacolo di Claudio Baglioni si divide in due parti. La prima propone i contenuti di quello che doveva essere il concept album proposto alla Rca (che lo bocciò). Un fonoromanzo che racconta la storia d'amore tra Giulia e Andrea. Si inizia con In viaggio mentre lo schermo gigante irradia le immagini di un aereo. Il cantautore si sposta da una parte del palco all'altra, suona chitarra e pianoforte. Raccoglie ovviamente tanti applausi, ma i suoi fan hanno pagato il biglietto per sentire altro. Lo show è lunghissimo e tutti aspettano la seconda parte. Quella della nostalgia canaglia, dei buoni sentimenti che non passano mai di moda. Che rievocano la maglietta fina, la camminata strana, l'aria da bambina, il gancio in mezzo al cielo, la strada che fa battere il cuore. Insomma gira che ti rigira è sempre Amore bello : per la fidanzata di turno, per il figlio, per la vita. Il tutto condito di melodia e gorgheggi vocali per la gioia di un pubblico formato da donne ex adolescenti nei primi anni Settanta, accompagnate da mariti con pancia, qualche volta calvi e spesso con i capelli brizzolati. Come quelli di Claudio Baglioni, un giovanotto di 58 anni che non può non cantare Questo piccolo grande amore . Qualche anno fa durante un concerto propose il brano con un nuovo arrangiamento. Stravolse ritmo e melodia. Ma non fu un'idea felice. Una fan, irritata alla fine dello show lo aggredì. «Come si permette! - urlò - quella canzone non è sua: è nostra. Lei l'ha scritta, ma ormai appartiene a noi. Io non tocco le sue cose. Lei non tocchi le mie». Baglioni capì molto bene la lezione. E da allora non mai tradito il pubblico. Non gli conviene.
FRANCESCO PINTORE

10/08/2009