di Stefano Ambu
CAGLIARI. Attesa thrilling. Ma nulla di fatto: chi si aspettava da Massimo Zedda una risposta tipo lascio (il Comune e vado in Regione) o raddoppio (il mandato a Cagliari sino in fondo) è rimasto deluso. O meglio si è dovuto accontentare dell'illustrazione del documento unico di programmazione. Senza introduzioni e senza code. Magra consolazione. Il ritorno del sindaco di Cagliari in consiglio comunale dopo la sconfitta alle regionali è stato così, senza il fatidico scioglimento del dubbio che molti, sia in maggioranza, sia in minoranza, si attendevano. Qualcuno, il consigliere di opposizione Piergiorgio Massidda, ha anche provato a stanarlo. E gli ha detto, in sintesi: signor sindaco, si dimetta. E così evita alla città che dice di amare un anno di reggenza. Perché questo è lo scenario: dimissioni subito e elezioni comunali al più presto. Oppure scelta rimandata ed elezioni comunali magari tra un anno. Ma Zedda non ha abboccato.
C'è stata anche, nel frattempo, una sospensione dei lavori per una breve riunione di maggioranza. E anche questo stop è stato un thrilling nel thrilling. Quando il presidente del consiglio comunale Guido Portoghese ha dato la parola al sindaco si è sentito forte il peso del silenzio. Ma sono stati proprio due millesimi di secondo. Perché Zedda ha iniziato a parlare di Dup, l'argomento iscritto all'ordine del giorno. E ha fatto un intervento anche lungo. Ma da lì non si è mai mosso. Come se le elezioni regionali non ci fossero mai state. Ha parlato di personale del Comune che negli anni ha perso dipendenti per i blocchi di assunzione. E che nel frattempo è invecchiato. Ma che ha comunque reagito bene visto che Zedda- citando alcune statistiche- ha parlato di Cagliari ai primi posti in Italia nella gestione dell'amministrazione. Zedda si è soffermato anche sui risultati della lotta all'indebitamento. Sottolineando le virtù di Cagliari. E tirando le orecchie a chi invece si è lasciato andare. Non solo. Ha anche annunciato una possibile diminuzione della Tari, legandola ai risultati del "porta a porta". Come se niente fosse. Come se dovesse restare.
E invece è tutto da vedere. Perché in buona sostanza la situazione è congelata alle dichiarazioni dell'immediato voto. E cioè alla doppia chance: resto in Comune o vado in Consiglio regionale. «Ma fare l'opposizione non mi dispiace», si era lasciato scappare. Troppo poco, però, per trarre delle conclusioni e togliersi la fascia tricolore. Da allora non è successo più niente. E anche ieri la situazione non è cambiata di una virgola. Zedda, il lunedì della sconfitta, aveva analizzato così la situazione. Se il centrosinistra avesse perso a Cagliari le dimissioni sarebbero state forse quasi scontate. Ma la
conferma del gradimento da parte dei suoi concittadini (il sindaco a Cagliari ha battuto il candidato del centrodestra Christian Solinas) ha aperto un nuovo scenario, quello delle due soluzioni: posso restare o posso lasciare. La soluzione? Forse al prossimo consiglio comunale.