Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Giovani registi crescono

Fonte: La Nuova Sardegna
10 agosto 2009

LUNEDÌ, 10 AGOSTO 2009

Pagina 20 - Cultura e Spettacoli



All’Exmà proiettati corti realizzati in un seminario
A coordinare i lavori degli studenti impegnati anche i registi Enrico Pau e Salvatore Mereu


di Gianni Olla
CAGLIARI. Piccola festa del cinema al Centro comunale d’arte e cultura ExMa. Al centro della città, in via san Lucifero, centinaia di giovani, in prevalenza studenti universitari, hanno animato nei giorni scorsi la seconda parte di un appuntamento convegnistico organizzato dal Corso di laurea in Scienze della comunicazione. In programma quattro cortometraggi realizzati durante alcuni seminari tecnico-pratici organizzati dal docente di Storia e critica del cinema del corso di laurea in scienze della comunicazione, Antioco Floris, a tutti gli effetti produttore dei filmati.
Il primo, «RomafictionFestbackstage» realizzato da una equipe guidata da Andrea Lotta, montatore cagliaritano, è una sorta di spot dedicato al recente Festival internazionale della Fiction, appuntamento di rilevanza internazionale. Molto professionale, sintetico ma preciso, quando deve essere un prodotto pubblicitario, verrà messo in onda dalle reti satellitari della Rai nelle prossime settimane.
Il secondo, «Le tessitrici di Isili», è un vero e proprio film etnografico realizzato dal docente di antropologia visuale Felice Tiragallo nell’ambito di un corso di regia estiva. È stato realizzato a Isili, rievocando la memoria e la pratica attuale della tessitura dei tappeti, tra sopravvivenza di artigiani/artisti e musei. Essenziale, didattico, è un buon esempio di lunga durata del documentarismo classico, che meriterebbe una maggiore attenzione anche nell’ambito del cinema culturale.
Infine, attesissimi, le vere e proprio fiction, ovvero i corti diretti o meglio coordinati dai registi Salvatore Mereu e Enrico Pau. Il primo si intitola «L’esame», breve commedia che ha per protagonista uno studente fuori sede; vorrebbe preparare per bene l’esame di Storia del cinema, ma incappa regolarmente in amici e amiche che vogliono fare festa. Finisce in una classica scena morettina: di fronte al professore - che nel finale ritroverà al mare - il protagonista s’incarta e inanella castronerie involontariamente comiche. Se il soggetto è eccessivamente autoreferenziale, soprattutto nello specchiarsi crudelmente in una generazione festaiola e indolente, per Mereu - come lui stesso confessa - è la prima prova leggera. In ogni caso, messa in scena e sintesi narrative sono di buona mano e gli attori/studenti capaci di rappresentarsi con molta ironia.
Infine, il film più interessante, che si direbbe quasi sganciato da ogni esigenza didattica è «La lettera» di Enrico Pau. La vicenda, ambientata nel quartiere “separato” di Tuvumannu, confina con il favolistico: un adolescente, figlio di genitori con qualche problema (lui ad un passo del licenziamento, lei attrice precaria e insoddisfatta), scrive e riceve lettere; misteriose, forse legate ad un personaggio “angelo” ancora più misterioso, che suona il blues con una chitarra e sembra invisibile ai comuni mortali. Lo sviluppo accentua l’incontro tra la favola e il mistero, ma è certo che quelle lettere misteriose sono piuttosto spedite dal ragazzo a se stesso, come fossero una sorta di riflessione/confessione del suo stato di solitudine, in mezzo ai problemi dei genitori.
Essenziale e giustamente impostato sul mistero della personalità infantile, il film è marcato interamente dal regista, vuoi come costruzione narrativa, vuoi soprattutto per l’impostazione visiva, che ha nel paesaggio periferico il suo fascino quasi “pasoliniano”. Ed anzi è probabilmente uno dei tasselli più interessanti del suo