STAZIONE.
L'ultima aggressione è di martedì sera e ha per vittima una ragazza bloccata e scippata del cellulare Sicurezza nelle piazze del centro: proteste Le forze dell'ordine presidiano la zona attorno a via Roma ma risse e spaccio continuano
L'ultima aggressione è di martedì sera: una ragazza (non è la prima) aggredita e rapinata dello smartphone alla fermata del bus in piazza Matteotti. Non va meglio in piazza del Carmine, dove secondo i commercianti si spaccia hascisc (è di pochi giorni fa il movimentato arresto di un nigeriano) e si danno appuntamento sbandati di ogni provenienza: sardi, della Penisola e africani. Benvenuti nelle piazze più importanti della città, dove i presidi fissi delle forze di polizia risolvono il problema solo in parte e si deve camminare guardandosi intorno: se proprio si deve passare da lì.
Piazza del Carmine
Da tempo i commercianti chiedevano l'attenzione dello Stato, oltre che dell'informazione, ma hanno gettato la spugna: «Non mi espongo più, parlo solo se non scrivete il mio nome». Ha perso la parola perfino uno dei più attivi in passato, cioè il titolare del bar all'angolo con via Sassari, stanco di essere considerato razzista perché ha spesso ripetuto di non essere soddisfatto della situazione dell'ordine pubblico. A pochi metri dal bar, un nutrito equipaggio del Reparto mobile di Napoli (fa parte dei rinforzi inviati nell'Isola da quando è iniziata la protesta dei pastori) tiene d'occhio la piazza, ma non sono i soli: ci sono anche le “vedette”. Basta fare una foto con lo smartphone e ci si ritrova circondati da stranieri, alcuni dei quali studiano qui e parlano assai bene l'italiano: «Adesso scriverete che siamo tutti delinquenti per favorire Salvini». In realtà, gli spacciatori ci sono eccome e la presenza delle forze dell'ordine li contiene, ma non li ferma. L'errore, casomai, è farne una questione di etnia: gli sbandati - «spacciatori di hascisc», precisano frequentatori e commercianti - in piazza del Carmine sono un presidio fisso sardo-africano. Altri sardi, persone di altre regioni e altri africani semplicemente ci giocano a pallone, senza disturbare. Infatti, non sono loro quelli dotati di “vedette” solitarie sedute su diverse panchine che, se solo un passante fa una foto col cellulare, con il proprio telefona agli altri e tutti si mobilitano. Mariolina Bernardi, titolare col marito del negozio di ottica all'angolo con via Sassari, se la prende col Comune: «Avevano promesso che sarebbe stato aperto ad auto e pedoni il vicolo a fianco al Tar, che sfocerebbe in via Angioy: smetterebbe di essere non solo il bagno degli sfaccendati, ma anche il posto dove fare ciò che non si deve vedere». I suoi colleghi sono tutti d'accordo, ma la promessa non ha avuto seguito. Così come, almeno per ora, non si sono visti in piazza del Carmine i tavolini dei bar - anche questa era una promessa -, che porterebbero una migliore frequentazione.
Piazza Matteotti
«Ha un disinfettante?», chiede un pensionato al bigliettaio chiuso nel chiosco del Ctm. Sanguina a una mano, è appena caduto, come tanti prima di lui, nella pavimentazione sconnessa. Ora ci sono le reti da cantiere: servono al Comune per poter svolgere i lavori, ai malviventi per nascondersi e colpire all'improvviso, com'è accaduto l'altro ieri alla ragazza rapinata. I giganteschi topi di piazza Matteotti stanno per sparire, ma gli sfaccendati no, malgrado un presidio frequente delle forze dell'ordine. I conducenti del Ctm parlano di risse soprattutto fra stranieri, ma non di emergenza. Anche dall'autonoleggio non giungono allarmi particolari, mentre Arst e McDonald's la vigilanza se la fanno da soli: con le guardie private. Seduti sulle panchine, però, sono nullafacenti sardi e strianieri, dediti a furti e risse. La città rinuncia (per ora) anche a questa piazza, sperando che il progetto per il suo rifacimento ribalti la situazione: «È la porta della città», dicono i conducenti del Ctm, «dovrebbe accogliere».
Luigi Almiento