PESCA.
Il Consorzio ittico investe 50mila euro per avviare la produzione
Santa Gilla punta sulle ostriche I raccoglitori di arselle diventano allevatori di pregiati molluschi
Da arsellai ad allevatori di ostriche. Santa Gilla punta sulla riconversione professionale per garantire un reddito ai soci del Consorzio ittico, i pescatori messi in ginocchio dalla strage di mitili e molluschi all'interno della laguna. Una moria provocata dalle ripetute alluvioni che avevano scaraventato nello stagno acque limacciose responsabili del soffocamento di tonnellate di cozze e vongole. «Gli orti per far ripartire le produzioni di arselle nostrane, che saranno sistemati in questi giorni, non saranno sufficienti ad assicurare gli stipendi dei nostri duecento soci, almeno per il prossimo anno e fino a quando i molluschi non saranno pronti per la commercializzazione. Così stiamo puntando su un prodotto di qualità richiestissimo dal mercato», spiega il presidente del Consorzio, Stefano Melis.
Il progetto
Tutte le cooperative sono concordi sulla validità del progetto, e nei prossimi giorni ufficializzeranno l'iniziativa con il voto in Consiglio di amministrazione. «Abbiamo acquistato quattromila moduli galleggianti che terranno sospese le “lanterne cinesi”, i cilindri di rete a più piani dove sistemeremo le giovani ostriche per l'accrescimento che acquisteremo dalla Francia», spiega Melis.
I tempi
Ci vorranno circa sei mesi perché le ostriche raggiungano la giusta pezzatura per poter essere immesse sul mercato. «La metà del tempo di quanto ci mettano negli allevamenti francesi», precisa il presidente del Consorzio, a dimostrazione di quanto Santa Gilla sia una zona ideale per allevare e produrre la specie Crassostrea gigas , la più apprezzata al mondo. Un'eccellenza già prodotta con successo, a ciclo completo e dunque partendo dal seme, nella laguna di San Teodoro.
La sperimentazione
Dopo l'attività sperimentale intitolata “OstrInnova”, progetto sperimentazione finanziato da Sardegna Ricerche e portato avanti dall'Imc-Centro marino di Oristano diretto da Paolo Mossone, le Università di Cagliari e Sassari con i biologi Pietro Addis e Antonella Lugliè, l'Agris con Nicola Fois, adesso Santa Gilla sceglie di camminare con le proprie gambe. Anche grazie alle potenzialità della laguna sondate dai ricercatori. Costerà 50mila euro approntare l'allevamento. Ogni coop dovrà poi acquistare le proprie “lanterne cinesi”. Resta, a Santa Gilla, l'incognita pesca, un'attività che stenta a ripartire anche per via di impianti vecchi e obsoleti (come i lavorieri) che da quando vennero realizzati dalla Regione non sono mai stati in grado di far decollare una vera peschiera.
Andrea Piras