Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Porto canale, calo del 70 per cento Lavoratori a rischio: Cgil, Cisl e Uil chiedono un incontro al m

Fonte: L'Unione Sarda
8 febbraio 2019

TRASPORTI.

Lo scalo è in gravi difficoltà. In un anno il traffico dei container è crollato

Porto canale, calo del 70 per cento Lavoratori a rischio: Cgil, Cisl e Uil chiedono un incontro al ministro 

Il porto canale non deve colare a picco. A marzo scadono i contratti di solidarietà e la cassa integrazione dei lavoratori delle ditte esterne. Per questo i sindacati chiedono un incontro urgente con il ministro delle Infrastrutture e annunciano l'ultimatum alla società che gestisce lo scalo merci del capoluogo alla quale chiedono piani immediati per invertire il trend negativo.
Incontro romano
La settimana scorsa, come annunciato da Danilo Toninelli durante la sua visita in città durante la campagna elettorale per le elezioni suppletive, i vertici romani del ministero hanno incontrato il management di Contship Italia, la società che controlla “Cagliari international container terminal”, concessionaria del porto industriale. Sul tavolo la situazione del porto cagliaritano e di Gioia Tauro. «Il nostro scalo merci è in grave difficoltà: nell'ultimo anno e mezzo il calo dei container movimentati supera il 70 per cento», afferma Massimiliana Tocco, della Cgil. «Chiediamo il mantenimento dei livelli di traffico marittimo: il gruppo Contship deve attivarsi per rilanciare il porto canale, mantenere il livello occupazionale e salariale dei lavoratori non solo della Cict». La sindacalista punta la lente sulle buste paga. «Il rilancio dello scalo è fondamentale per lo sviluppo economico di tutta la Sardegna: i posti di lavoro collegati al porto sono 700. Sarebbe un suicidio disperdere le potenzialità maturate in tutti questi anni».
Promesse a vuoto
«I numeri confermano il ridimensionamento dello scalo merci», afferma William Zonca, della Uil. «Siamo molto preoccupati, anche perché non si intravede il collocamento del transhipment dello scalo cagliaritano nel panorama internazionale». Il rappresentante dei lavoratori critica l'atteggiamento della Contship. «Sino a oggi ha fatto solo annunci. L'ultima scadenza su un rilancio del Porto canale era stata indicata a dicembre dell'anno scorso. Siamo a febbraio - aggiunge Zonca - ma non vediamo scenari sostenibili». Qual è la rotta giusta per lo scalo industriale? Come si possono attrarre commesse quando i traffici di container sono nelle mani di poche società intercontinentali? «Il concessionario deve attivarsi per rendere il più vantaggioso possibile lo scalo cagliaritano», spiega Zonca. «Può farlo anche attraverso le agevolazioni concesse dall'Autorità di sistema (diminuzione delle tasse di ancoraggio). E poi - si chiede - com'è possibile che il direttore di Cagliari sia anche il numero uno del porto di Tangeri, uno dei nostri principali concorrenti?».
L'ultimatum
«Per il momento non andiamo oltre solo perché il terminalista paga regolarmente gli stipendi e non sono in vigore gli ammortizzatori sociali», afferma Corrado Pani della Cisl. «Nell'incontro del 28 gennaio con la Cict abbiamo fissato l'ultimatum. Entro febbraio vogliamo avere risposte sul futuro del porto perché a marzo scadono i contratti di solidarietà e la cassa integrazione dei lavoratori delle società dell'indotto. Non siamo solo preoccupati, siamo fortemente arrabbiati perché i signori che oggi in campagna elettorale fanno passerella con grandi proclami e dichiarazioni in cerca di consensi sulla disperazione di tanti lavoratori, non si rendono conto che il porto è una pentola a pressione. Lo scalo rischia di esplodere da un momento all'altro generando un onda d'urto con effetti devastanti. C'è il rischio - avverte Pani - di non riuscire più a mantenere la pace sociale. Il malcontento può sfociare in grandi mobilitazioni dei portuali con il blocco delle operazioni commerciali che causerebbe gravi disagi alla città».
Andrea Artizzu