LA RICORRENZA.
Una settimana di appuntamenti tra la Marina e l'ex Manifattura
Il Capodanno cinese nelle vie del centro Sfilata coloratissima con abiti tradizionali, enormi serpenti e leoni
Le donne con il qipao (l'abito tradizionale), poi i componenti dell'istituto Confucio di Roma e dell'aula universitaria dedicata al filosofo nato nello Shandong, la delegazione di Hainan, i bambini della scuola cinese, gli atleti dell'accademia di arti orientali e, a chiudere il corteo, gli enormi serpenti e leoni di carta. La comunità orientale ha salutato così l'ingresso nell'anno del maiale, con una sfilata coloratissima che, partita da piazza Yenne, si è conclusa nel cortile della Regione (sfidando anche qualche spruzzo di pioggia). Il primo di una serie di appuntamenti (che si concluderanno venerdì) per celebrare il tradizionale capodanno.
La festività
Anche se, a voler essere precisi, non è giusto parlare di capodanno. «È il chun jiè , la “festa della primavera”, una festa sacra anche se non religiosa», spiega Chiara Sini, profonda conoscitrice della cultura cinese e organizzatrice, come responsabile di “Cina più vicina”, degli incontri. «Lo stesso ideogramma che la descrive è emblematico: mostra i tre mesi d'inverno, un uomo che esce da una porta e trova il sole».
Lo spirito
Sini non si è ritrovata da sola a organizzare la manifestazione. A darle una mano anche il consorzio Centro storico. «Perché», spiega Luca Mureddu, «l'integrazione passa per il lato economico e culturale. E perché iniziative come queste rappresentano anche un volano per il turismo». Un'esagerazione? «Assolutamente no», riprende Sini. «Il capodanno cinese di Cagliari sta diventando uno dei più importanti d'Italia: è stato citato più volte dalla rivista “Cina in Italia”. E, quest'anno, verrà immortalato anche dalle telecamere di Cctv, la tv di Stato cinese».
Gli obiettivi
Si esce dall' anno del cane , si entra nell' anno del maiale , «cioè», spiega Sini, «un periodo che porta soldi, ricco. In fondo, tra le similitudini tra Cina e Sardegna, c'è anche questa: il fatto di considerare il maiale un animale “prezioso”, da cui non si butta via niente». Perché, allora, non sognare? «Il nostro obiettivo è farlo diventare il capodanno cinese più importante d'Italia. E, se possibile, anche d'Europa».
La festa
Un obiettivo molto ambizioso. Ma, secondo il consorzio Centro storico, che vale la pena di perseguire. «In Cina», spiega Sini, «la “festa di primavera” è un po' come il nostro Natale: è il momento in cui si riuniscono le famiglie, chi abita fuori torna a casa». Cagliari vuole, appunto, diventare l'enclave cinese in cui si possano riunire le famiglie senza essere costrette e fare il lungo e dispendioso viaggio verso casa.
Gli appuntamenti
Terminata la sfilata, partecipanti al corteo e ospiti si sono ritrovati all'ex Manifattura per degustare il cibo cinese e quello sardo e per le esibizioni degli artisti. Lo spazio di viale Regina Margherita resterà aperto sino a mercoledì per spettacoli e mostre. Venerdì la chiusura con un incontro nelle aule universitarie di via Nicolodi.
Marcello Cocco