Cagliari, commercio moribondo in via Dante: “Aprire solo negozi di cibo è folle e inutile”
Ritorna la forte crisi nella lunghissima strada che collega piazza Giovanni con viale Cimitero, è il “festival” delle serrande abbassate. E i negozianti che resistono puntano il dito contro il business del food: “Hanno orari diversi dai nostri, ecco perché i clienti non vengono più”. Cosa ne pensate?
C’è chi ha fatto un tentativo doppiamente “giovane”, aprendo un negozio di abbigliamento e avendo meno di trent’anni, “stregato” dagli affitti più bassi rispetto ad altre zone. Poi, però, ha dovuto chiudere. Stesso identico discorso per chi si è giocato la carta dei prodotti biologici o della frutta e verdura a chilometro zero: pochi mesi di vita, poi il cartello “affittasi”. In via Dante continua la “maledizione” del commercio, e sono sempre di più le serrande abbassate. Resistono solo i negozi di abbigliamento, di giocattoli e c’è l’ennesimo boom del cibo. Nel tratto tra via Tola e piazza Repubblica sono una decina le attività che propongono pizza, bistecche, gelati e pizzette. E, se da un lato c’è l’ulteriore conferma che “col cibo si fanno affari”, dall’altra ci sono i mal di pancia di vari commercianti, che puntano il dito proprio contro chi fa ristorazione.
“I loro orari non coincidono con i nostri, ecco perché sempre meno cagliaritani arrivano sin qui per comprare”, afferma Giovanni Rocca, da anni a capo di un negozio di abbigliamento. “Tra due anni andrò in pensione e chiuderò l’attività, sopravviviamo solo grazie ai clienti abituali”. Marco Trois è lo storico gelataio di via Dante, dal 1973 serve coni e coppette ma il numero di scontrini battuti è in calo: “Aprire tanti negozi tutti uguali, di cibo, è inutile e idiota. La pista ciclabile, lo dico da ciclista, è totalmente senza senso”.