POETTO.
Società preoccupate La lunga agonia dell'ippodromo:«Il futuro è grigio»
Dieci cavalli attualmente all'asta, una società in liquidazione da fine gennaio, e tre associazioni pronte alla ritirata: «Ci stanno mettendo nelle condizioni di andarcene», dicono i tre presidenti. Segno evidente che all'ippodromo di Cagliari l'unica cosa che corre veloce è la fantasia: quella del tanto - e tante volte - annunciato rilancio dei venti ettari vista mare. Un pezzo di storia sarda che rischia di diventare un ricordo.
È una corsa contro il tempo, che sembra decidere le sorti della struttura sottoposta ai vincoli del Parco di Molentargius. «Siamo seriamente preoccupati per il futuro della struttura», spiega Renato Oppes, presidente della Moretti III, una delle tre associazioni sportive dilettantistiche con contratto in scadenza al trentuno dicembre. «Il liquidatore, in vista del prossimo e imminente bando, ci ha prospettato prezzi per la gestione dei vari lotti inaccessibili, al di sopra di quelli di mercato e molto più alti di quelli attuali», racconta. «Capiamo le difficoltà della società, ma è impensabile far ricadere sulle nostre spalle costi a cui non possiamo far fronte». Interviene anche Angelo Morgera, della asd Pony Club: «Non chiediamo un trattamento di favore, semplicemente prezzi accettabili. Con quelli previsti si andrebbe incontro alla chiusura, dal momento che si tratta di cifre proibitive per chiunque», ribadisce. «A due settimane circa dal termine del contratto non sappiamo di che morte dobbiamo morire ma la cosa più importante è che continuiamo a non capire quali siano le intenzioni delle istituzioni».
In attesa del nuovo bando, le tre associazioni sono riuscite in una piccola-grande impresa: pochi giorni prima di Natale hanno salvato i dieci cavalli messi all'asta della Società ippica. Quattromila e quattrocento euro come base d'asta, cifra che aveva destato l'interesse di diversi macellai: una fine scongiurata, perché hanno deciso di acquistarli loro. «Questo conferma il nostro amore per l'ippodromo», sottolineano. «Ora chiediamo ai politici e ai soci (Comune - azionista di maggioranza - Regione, Camera di commercio) di fare la loro parte e trovare una soluzione. Sarebbe triste che una struttura come l'ippodromo, forse unica al mondo per la posizione e per le sue potenzialità, finisse in completa decadenza». Segue un lungo elenco delle criticità: «A partire dall'impianto elettrico e da quello antincendio non a norma, proseguendo con il campo allagato, le staccionate buttate a terra, i box fatiscenti, e tante altre». Un quadretto ben diverso dalla lontana e sontuosa cerimonia d'inaugurazione per mano del re Vittorio Emanuele II. Novant'anni dopo, di quel passato glorioso sembrano non esserci più tracce.
Sara Marci