Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Rifiuti, in Sardegna corre la differenziata

Fonte: L'Unione Sarda
21 dicembre 2018

RAPPORTO LEGAMBIENTE.

Quasi tutti i Comuni oltre la soglia minima di legge per l'immondizia destinata al riciclo Rifiuti, in Sardegna corre la differenziata La produzione media di residuo secco nell'Isola è al di sotto della media nazionale ed europea Una produzione di rifiuti pro-capite di 443 chili, in diminuzione rispetto al 2016, contro una media nazionale di 497 e una europea di 477. Una percentuale di raccolta differenziata che a livello regionale arriva al 62,78% (era il 59,52% nel 2016), ma con 315 Comuni su 377 che hanno una raccolta differenziata che supera il 65% (l'obiettivo minimo fissato dalla normativa nazionale) e di questi ben 138 sono oltre il 75%.
Poi ci sono anche 120 Comuni “rifiuti-free”, «l'eccellenza dell'eccellenza», dice Annalisa Colombu, presidente regionale di Legambiente, che smaltiscono meno di 75 chili di indifferenziato per abitante ogni anno. Ecco il “modello Sardegna” che viene fuori dalla prima edizione dell'Ecoforum, l'incontro organizzato da Legambiente che, sulla base dei dati raccolti nel 2017 dall'Arpas, ha premiato i Comuni più virtuosi dell'Isola.
I dati e i territori
«Al netto delle grandi città come Cagliari, Alghero, Sassari e Olbia, dove la raccolta differenziata è partita in maniera decisa da poco, la Sardegna si colloca ai primissimi posti in Italia», spiega Vincenzo Tiana, del Comitato scientifico di Legambiente. Ma sulle cifre finali pesano anche i Comuni costieri, dove in estate i turisti producono un'enorme quantità di rifiuti «spesso non differenziati», spiega Colombu.
La percentuale regionale, come detto, sfiora il 63% (il Veneto è la regione più virtuosa con il 68%), ma le differenze all'interno del territorio sono rilevanti. Ne è dimostrazione la concentrazione dei Comuni rifiuti-free nella provincia di Nuoro, dove sono ben 46; sono invece 36 nella provincia del Sud Sardegna, 20 in quella di Oristano, 17 a Sassari. In fondo alla classifica c'è la Città Metropolitana dove solo Villa San Pietro riesce a smaltire all'anno meno di 75 chili pro capite di rifiuti secchi.
I Comuni rifiuti-free sono anche il termometro della quantità di raccolta differenziata effettuata nelle province: si passa così dal 74,9% di Oristano al 52% della Città Metropolitana di Cagliari (che sconta il fatto che, nel capoluogo, la differenziata sia partita appena sette mesi fa). Passi avanti anche dai capoluoghi di provincia, nonostante la maggior complessità della gestione. «In appena sette mesi, da quando è cominciata la raccolta porta a porta, Cagliari ha registrato una diminuzione della Tari tra il 6 e l'8%, che arriverà sino al 20% il prossimo anno», dice il sindaco Massimo Zedda. «Siamo la prima città in Italia per crescita della raccolta differenziata da un anno all'altro, essendo passati dal 29% al 55%».
La normativa recente
Se sulla raccolta e gestione dei rifiuti l'Isola è oggi ai vertici in Italia «il merito è anche della Regione che nel 2004 ha introdotto il meccanismo delle penalità e premialità», dice Vincenzo Tiana, «che ha convinto i Comuni ad adottare sistemi di raccolta e gestione virtuosi». Per completare la rivoluzione che fa oggi della Sardegna una delle regioni più virtuose «mancano tre cose», sottolinea Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente: «La tariffazione puntuale», per cui ciascuno paga in base a quanto produce di rifiuti, «il completamento degli impianti per il ciclo dei rifiuti e infine la deplastificazione». Ossia il divieto di vendita di piatti, bicchieri, cotton fioc e così via, realizzati con la plastica tradizionale. «In Sardegna - conclude - Domus De Maria lo ha già fatto, mettendo al bando la vendita dei prodotti di plastica».
Mauro Madeddu