Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Manu Invisible, il murale entra al museo Nel cortile le donne di “Appartenenza”, all'interno gli “Sg

Fonte: L'Unione Sarda
18 dicembre 2018

CASTELLO.

Il writer sbarca alla Cittadella. Il direttore: «Così ci avviciniamo alla società»

Manu Invisible, il murale entra al museo Nel cortile le donne di “Appartenenza”, all'interno gli “Sguardi” antichi

Sorride. O almeno questo si intuisce perché Manu Invisible non rinuncia mai alla sua maschera. «È proprio un bel contrasto passare dall'essere denunciato - anche se poi assolto - all'essere chiamato da un'istituzione per rappresentare la società». L'otto dicembre, in occasione dell'apertura della mostra “Donna o dea”, il writer ha realizzato “Appartenenza”, la sua opera pittorica-murale nella Cittadella dei musei. E, nei giorni scorsi, ha finito di dipingere, nell'aula delle conferenze, “Sguardi”.
Le opere
Due lavori che avranno destini differenti: il primo, ovviamente, dovrà fare i conti con l'usura del tempo e con gli agenti meteorologici; il secondo, invece, entra a pieno titolo nel patrimonio del museo. «Per realizzare “Appartenenza”», racconta il writer, «ho dovuto lavorare anche di notte: dovevo finire entro l'otto dicembre, in tempo per l'apertura della mostra». Un'opera significativa. «La tematica femminile è molto attuale: l'ho rappresentata, sullo sfondo delle “domus de janas”, con le tre Dee madri più note rinvenute in Sardegna e con una parola che, invece, maschile, “appartenenza” che deriva da pater. Un messaggio di unione».
La sala conferenze
All'interno della struttura, invece, ci sono gli “Sguardi”. «I volti dei giganti di Mont'e Prama, dei bronzetti e della Dea madre che, da un lontano passato, osservano la contemporaneità». Un'opera che entra a pieno titolo nel patrimonio del museo. «Un onore che mi rende molto orgoglioso».
La Cittadella
Sono lontani i tempi in cui i musei erano polverosi depositi di reperti. «Il nostro spirito», interviene Roberto Concas, direttore del Museo archeologico, «è avvicinarci quanto più possibile alla vita sociale. La mostra su Sant'Efisio aveva proprio questo obiettivo. E anche la mostra “Dea o madre” è un modo di raccontare la violenza sulle donne». Una filosofia che Manu Invisible ha capito ed è riuscito a interpretare alla perfezione. «Quelle figure femminili storiche e preistoriche rappresentano un'interpretazione viva della vita artistica».
La soddisfazione
Concas apprezza enormemente l'intervento. «Manu Invisible si è rivelato un ragazzo molto pronto, molto capace. Il fatto di rappresentare la nostra identità l'ha fatto innamorare subito di questo progetto e ha sposato la nuova filosofia del museo». “Sguardi”, in particolare, è «il racconto contemporaneo di diecimila anni di storia», conclude il direttore del Museo.
Marcello Cocco