Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La storia di un viaggiatore che amava il mare e la vita

Fonte: L'Unione Sarda
10 dicembre 2018

Ritratto di un grande cagliaritano, Stefano Cardu

 

 

Fu Stefano Cardu, cagliaritano, nato nel 1849, a donare alla città nel 1914, di ritorno dal Siam, l'attuale Thailandia oltre milletrecento preziosi manufatti di squisita qualità e fattura, databili tra il XIV e il XIX secolo, provenienti dal Sud Est asiatico, da Giappone, Cina e India, raccolti in oltre vent'anni di vita in estremo Oriente. Stefano Cardu è un personaggio straordinario, quasi romanzesco, parrebbe uscito dalla penna di Jules Verne o di Salgari, come già ebbe a dire Gianni Filippini. Cresciuto nella piccola città di Cagliari, affacciata sul Mediterraneo, si imbarca poco più che adolescente per divenire un avventuroso viaggiatore, affermato professionista in Siam e raffinato collezionista dell'arte d'Oriente. Dopo quasi dieci anni di navigazione Cardu approda in Siam nel 1874, a Bangkok, sotto il regno di Rama V; qui diviene dapprima progettista e, dopo qualche tempo, fonda una propria società di costruzioni, la “Stefano Cardu & co.”.
Colto e raffinato
In breve tempo divenne una personalità e grazie alla sua affabilità, raffinatezza, cultura - conosceva perfettamente inglese, francese e siamese - ottenne un gran numero di commissioni pubbliche e private. Tra gli edifici importanti per la nascente capitale si annoverano il Palazzo del Principe Chaturonratsami (1879), il Royal Military College (1890-92), ma anche l'Hotel Oriental (1890), destinato a ospitare i diplomatici e regnanti in visita alla corte siamese, ora conosciuto con il nome di Mandarin che conserva ancora nelle parti di rappresentanza dell'albergo i caratteri originali.
Il cagliaritano è tra i pochi ammessi alla corte reale ed è riferimento dell'alta nobiltà italiana che soggiornò in Siam in quel periodo, tra cui il Duca di Genova Tomaso di Savoia e il Principe Augusto Torlonia. Nella capitale siamese Cardu conobbe la sua futura moglie, Rosa Fusco.
Investe gran parte delle sue fortune in viaggi per l'Estremo Oriente, dove acquista un gran numero di opere d'arte in Laos, Cambogia, Cina e India.
L'avventura in Siam termina sul finire del XIX secolo. Compie diversi viaggi in Europa, contatta i direttori dei più prestigiosi musei delle capitali: nel 1895 dona al British Museum 13 opere, mentre una è direttamente acquisita dal museo.
Il ritorno in città
Cardu si stabilisce con sua moglie e la figlia adottiva a Cagliari, abita in piazza del Carmine: è allora in fase di completamento il Palazzo Civico nella vicina via Roma e Cardu vuole essere partecipe di questa nuova stagione della sua città. Il 22 luglio del 1914, in una lettera al Sindaco Ottone Bacaredda scrive: «Già da tempo avevo l'intenzione di donare a questa mia nativa città una modesta collezione di armi, porcellane, bronzi e avori da me raccolta durante il mio lungo soggiorno nell'Estremo Oriente» e offre così in dono i suoi tesori alla città di Cagliari e ai suoi concittadini.
Compongono la collezione antichi manoscritti, preziosi Buddha, straordinarie figure in avorio, porcellane cinesi dell'epoca Ming e Quing, argenti dei servizi di corte e ancora tempere, monete e una ricchissima raccolta di armi, oggi custodite ed esposte nel piccolo e raffinatissimo museo nella Cittadella, uno dei siti più belli della città.
Una storia avventurosa
Nell'arco di cento anni il Museo Siamese e le sue opere hanno avuto una vita avventurosa, quanto quella del suo fondatore: trasferite nel 1939 nelle grotte dei Giardini Pubblici per essere protette dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, quindi esposto nella Galleria Comunale d'Arte, rubate su commissione negli anni '70, e recuperate a Roma dopo qualche mese, nel 1981 finalmente trasferite nella loro sede attuale, la Cittadella dei Musei, nata per accogliere i musei più rappresentativi dell'Isola.
P. M.