Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il palo del Ctm nasconde l'opera di Eugenio Tavolara

Fonte: L'Unione Sarda
10 dicembre 2018

PIAZZA AMENDOLA. Da rimuovere

 

 

Un palo del Ctm copre il pannello alla base del palazzo dell'Enel realizzato da Eugenio Tavolara. Con la conclusione dei lavori di restauro del “grattacielo” di piazza Amendola, è stata eliminata anche la recinzione del cantiere. E tornato così visibile il pannello in pietra e cemento realizzato dallo scultore e designer sassarese e posizionato alla base dell'edificio nel 1962 e che il Ministero per i beni e le attività culturali il 25 maggio 2011 ha dichiarato di interesse storico e artistico e sottoposto a vincoli di tutela.
L'allegoria dell'energia elettrica dalla produzione, al trasporto, al consumo industriale e di utenza diffusa, commissionata dalla Società elettrica sarda è oscurata da un palo del Ctm che sorregge i cavi della rete dei filobus. «Proprio davanti a quest'opera, troneggia un palo in acciaio rastremato di grossa sezione, dovendo fungere da amarro alla ragnatela di fili che sovrastano la piazza, soprattutto quelli delle linee filoviarie», afferma Omero Lucchi, attento e preciso conoscitore del capoluogo. «Ciò impedisce la visione completa e quindi la fruizione estetica dell'opera, che è anche una delle poche, purtroppo, della nostra città. È ben vero che lo spostamento avrebbe un costo, e anche qualche disagio per la viabilità, ma è possibile che Terna, nata da una costola dell'Enel, proprietaria dello stabile, il Comune e il Ctm non possano trovare un accordo e le risorse per spostarlo?», si chiede Lucchi.
Questione di mesi e quel palo davanti al pannello non esisterà più. «La linea filoviaria esiste sin dagli anni 50 e quei pali reggono i cavi aerei delle linee 5, 30 e 31 che transitano da via Roma verso viale Diaz», dice Roberto Murru direttore generale di Ctm. «Nei prossimi mesi inizieranno i lavori per la metro. Il sistema filoviario subirà importanti modifiche. In quel tratto la linea filoviaria verrà rimossa - conclude Murru - quindi anche il palo, rimuovendo così qualunque ostacolo alla migliore fruizione dell'opera». (a. a.)