L'idea di un gruppo di consiglieri di minoranza per fare assumere al capoluogo sardo: «il ruolo strategico di porta d'accesso e di punto di partenza dei percorsi turistici guidati dal filo conduttore della storia nuragica»
CAGLIARI. «Cagliari deve assumere il ruolo strategico di porta d'accesso e di punto di partenza dei percorsi turistici guidati dal filo conduttore della storia nuragica». Perché questo progetto si realizzi «è necessario individuare un modello veicolabile, che richiami il legame col passato e il legame con l'intera isola». Per quattordici consiglieri comunali del centrodestra il «modello veicolabile» è «un'opera monumentale identitaria». Non il discusso maxicorno che il sindaco De Magistris voleva elevare sul frontemare di Napoli per tener lontana la sfiga, ma niente di meno che un gigantesco bronzetto nuragico «di altezza non inferiore a venti metri, visibile dal mare, anche a distanza e a 360 gradi». Una sorta di colosso d'altri tempi, forse anche dall'espressione minacciosa, che a giudizio del primo firmatario della proposta-mozione, il riformatore Raffaele Onnis, andrebbe collocato «nell'area portuale, in mezzoalla pineta di viale Colombo-Su Siccu o nel piazzale di fronte al Lazzaretto di Sant'Elia».