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Zes, approvato il Piano Stategico

Fonte: web SardegnaOggi.it
28 novembre 2018


Zes, approvato il Piano Stategico
La Sardegna ha scelto di istituire un'unica grande Zes mettendo in rete i sei porti con aree retroportuali, per fare della sinergia un vero punto di forza.


La Zona economica speciale della Sardegna prende forma e inizia l'iter ufficiale verso la sua istituzione. Saranno 2.770 ettari le aree collegate a zone portuali che godranno di semplificazioni amministrative e fiscali per favorire lo sviluppo di imprese già insediate o che in quel perimetro sceglieranno di insediarsi. La Giunta ha approvato il Piano strategico della Zes, che è già sul tavolo del Governo per il via libera finale: è stato illustrato dal presidente della Regione Francesco Pigliaru e dall'assessore della Programmazione Raffaele Paci, insieme al presidente dell'Autorità di sistema portuale della Sardegna Massimo Deiana. La particolarità, e novità, rispetto alle altre regioni, è che la Sardegna ha scelto di istituire un'unica grande Zes mettendo in rete i sei porti con aree retroportuali, per fare della sinergia un vero punto di forza.


"Le Zes possono essere una ottima occasione per attrarre imprese in Sardegna, anche dall'estero, e allo stesso tempo per supportare e rilanciare l'attività di quelle già insediate in quelle aree", dice il presidente Francesco Pigliaru. "Lo sviluppo economico della Sardegna passa dal mare, e rafforzare il ruolo e le potenzialità della rete portuale della nostra isola può sicuramente avere un ruolo importante nel rilancio della nostra economia anche a beneficio delle aree interne. Questo ragionamento è stato alla base della nostra scelta di istituire un'unica grande Zona Economica Speciale della Sardegna, con tutti i porti collegati fra loro in un sistema virtuoso in cui ognuno, con la sua specializzazione, contribuisce allo sviluppo equilibrato di tutta la regione. Intendiamo la Zes come uno strumento di marketing territoriale dall'elevato impatto economico, strettamente legata all'economia del mare e all'incremento dell'export".
Il Piano strategico per l'istituzione della Zona economica speciale in Sardegna è stato elaborato dopo gli incontri portati avanti a luglio scorso dall'assessore Paci con le amministrazioni locali e i consorzi industriali delle zone interessate, ovvero Cagliari (che avrà 1628 ettari di Zes), Portovesme dunque Carbonia-Iglesias (110 ettari), Olbia dunque nord-est Sardegna (180 ettari), Porto Torres con Sassari e Alghero (500 ettari), Oristano (219 ettari) e Ogliastra (56 ettari). Insieme a Paci hanno partecipato agli incontri l'Autorità portuale della Sardegna e gli Assessorati regionali dell'Industria, degli Enti Locali e dei Trasporti. Il contributo raccolto è servito a perfezionare il Piano, con le indicazioni arrivate direttamente dai territori.
"Avere la Zes mette la Sardegna nelle condizioni di poter competere ad armi pari con tutti i nostri principali concorrenti che stanno nel Mediterraneo. Le zone economiche speciali, che ormai sono diverse centinaia in tutto il mondo, nascono per rilanciare il sistema portuale e tutta l'economia che possono generare. Non averle è senza dubbio un ostacolo alle potenzialità di sviluppo, perché le parti del mondo in cui il commercio e gli scambi sono particolarmente rifioriti sono proprio quelli in cui esistono le Zes, strumento molto forte ed efficace", sottolinea Massimo Deiana. "Per gestirle la legge prevede un organismo molto snello, un Comitato d'indirizzo composto da 4 persone che rappresentano Regione, Autorità portuale, Ministero dei trasporti e Presidenza del Consiglio dei ministri. In più, nel nostro piano strategico, abbiamo deciso di prevedere un ulteriore organismo, che abbiamo chiamato Cabina di regia, un tavolo permanente consultivo in cui possono costantemente raccordarsi e confrontarsi tutti i soggetti interessati. La gestione sarà il più possibile rapida e snella, per rispondere alle esigenze delle imprese che, prima di tutto, ci chiedono rapidità e semplificazione burocratica".

 

COME NASCONO LE ZONE ECONOMICHE SPECIALI - Le Zes sono state istituite con il Decreto Sud (il 91 del 2017). Alla Regione il compito di predisporre il Piano di sviluppo strategico che deve poi essere approvato dal Ministero per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Caratteristica richiesta per avere diritto alla Zes è quella di avere una zona geografica ben delimitata e identificata, composta anche da aree non adiacenti, purché con un nesso funzionale. La Zes, che viene gestita da un Comitato di indirizzo presieduto dal presidente dell'Autorità di sistema portuale, deve comprendere un'area portuale della rete trans-europea dei trasporti (TEN-T), per la Sardegna il porto di Cagliari. La Regione ha dunque deciso di creare un'unica zona economica speciale "a rete", coinvolgendo tutti i 6 porti con le rispettive zone retroportuali e utilizzando come pilastro centrale del progetto il porto di Cagliari, per poi coinvolgere tutti gli altri porti con aree industriali adiacenti. "In queste aree - spiega Paci - oltre all'ampliamento dell'utilizzo del credito d'imposta, la Regione si impegna a sperimentare forme di semplificazione burocratica, pensiamo per esempio a un Suape per le Zes, per favorire l'insediamento di nuove imprese grazie anche a procedure molto più snelle". Del processo di semplificazione si occuperà l'Assessorato dell'Industria.

LA PERIMETRAZIONE DELLE AREE E I VANTAGGI PER LE IMPRESE - Per quanto riguarda la perimetrazione delle aree, come previsto dal decreto sono state individuate le aree portuali e retroportuali, valorizzando i nessi funzionali ed economici importanti per lo sviluppo delle filiere produttive regionali. Ma si è anche deciso di valorizzare la presenza degli aeroporti vicini a tre dei porti interessati (Cagliari, Olbia e Alghero) per aumentare l'efficacia del sistema regionale. Dopo la perimetrazione, restano ancora da assegnare 73 ettari che potranno essere utilizzati in seguito per rispondere a specifiche esigenze. Le imprese, all'interno della Zes, potranno godere di credito d'imposta (massimo 50 milioni), raccordo con altri strumenti nazionali e regionali, contratti di sviluppo, accordi per l'innovazione, contratti di investimento, incentivi all'occupazione e procedure di aiuto alle imprese cofinanziate con risorse comunitarie.