Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Colpo di Teatro Stabile

Fonte: L'Unione Sarda
29 luglio 2009




Teatranti, ma per nulla teatrali.
L'assemblea dei soci della coop Teatro di Sardegna cambia presidente: dopo 17 anni al vertice sostituisce Antonio Cabiddu con Maria Grazia Sughi, e lo fa sapere con un comunicato piuttosto britannico, che ringrazia educatamente Cabiddu ed elenca i risultati più importanti della sua lunga leadership: dai «memorabili allestimenti delle opere di Harold Pinter con la regia di Guido De Monticelli a “Paska Devaddis”, regia di Theodoros Terzopoulos» fino a “Pensaci Giacomino” di Pirandello, regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi, selezionato nella terna dei candidati al Premio Olimpici del Teatro 2009 come miglior spettacolo della stagione. Ma anche e soprattutto il riconoscimento ministeriale come Teatro Stabile Privato di interesse pubblico e l'assunzione della gestione del Teatro Massimo di Cagliari per conto del Comune.


Fin qui il comunicato, ma i toni non cambiano molto anche a sentire i diretti interessati. Cabiddu parla di «un normale avvicendamento, cose che succedono normalmente in un'azienda» e aggiunge che la notizia del cambio al vertice può attirare l'attenzione «proprio perché sono stato alla guida del teatro per tanti anni». I commenti sulle scelte dell'assemblea si chiudono qui, quelli che seguono sono sulle «grandi soddisfazioni ottenute in questi anni, anche con operazioni a volte difficili e controcorrente: per intenderci, il primo Pinter non era una cosa facilissima». Un passaggio anche sulla gestione del Massimo, «ottenuta certo non per via politica ma per meriti sul campo: è un onore del quale non ho certo tutto il merito, ma una parte sì». Infine una pennellata amarognola: «Nel 2004 abbiamo investito molto per rinnovare l'Alfieri e dare alla città un segno di forza, di presenza: non ci aspettavamo una strada in discesa o una guida rossa, ma pensavamo che dalla Regione ci sarebbe venuto un certo sostegno, non il taglio del 40 per cento che invece arrivò». Molto pacati anche i toni scelti dalla neopresidente, l'attrice Maria Grazia Sughi, attenta a non surriscaldare l'atmosfera o scatenare focolai polemici. Quasi un contrappasso per un'attrice che esordì in “Estate e fumo” con Lilla Brignone, Gianni Santuccio e Valeria Moriconi, per proseguire in una carriera che l'ha vista in compagnie come quelle di Tino Buazzelli, Elsa Merlini, Tino Taranto, Paolo Poli, Andrea Giordana, lo Stabile dell'Aquila. Tra gli spettacoli ai quali ha partecipato vanno citati almeno “Il matrimonio del signor Mississippi” con Gianni Agus e Gigi Pistilli, “La Mandragola” con Paolo Bonacelli e “Canto dell'isola Bambina”, per la regia di Guido De Monticelli.


La Sughi inquadra il mutamento ai vertici della cooperativa come «un fatto assolutamente normale, secondo una prassi democratica». Quanto al ruolo che i soci le hanno attribuito «ne avrei fatto volentieri a meno», commenta accennando alle responsabilità che dovrà assumersi rispetto al passato. Gli obiettivi della sua presidenza, riassume, «saranno quelli auspicati dall'assemblea: diffondere la cultura, educare alla pace. E in fondo è la stessa cosa, in particolare per me che sono una pacifista convinta». Il teatro che ha in mente «deve portare la Sardegna in Europa e nel mondo» e sarà «studiato in particolare sui giovani».
Più esplicito - ma certo non polemico - il vicepresidente del consiglio d'amministrazione, Corrado Giannetti: «Se c'è un cambiamento evidentemente c'è un dissenso sugli indirizzi del teatro, ma in una società in crescita come è la nostra questo è assolutamente fisiologico. Non credo che l'avvicendamento sia un'anomalia, e anzi direi che l'anomalia casomai è nel fatto che per tanti anni non si fosse mai verificato». Ora il cambiamento è avvenuto «ed è arrivato senza strappi né polemiche: i sentimenti di amicizia e di stima tra tutti i soci restano intatti e nessuno ha l'intenzione di stravolgere il lavoro fatto finora». E se ieri il telefono dei teatranti dello Stabile squillavano molto più del solito, e in tanti volevano capire che cosa fosse successo, non c'è nulla di strano «dato che Antonio Cabiddu è stato per tanto tempo un punto di riferimento per tutti, per gli attori come per i giornalisti e per tanti altri, e il fatto che qualcun altro da oggi svolga quel ruolo non può che suscitare attenzione».
CELESTINO TABASSO

29/07/2009