Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Matrimonio in riva al mare Coppia del nord Italia si trasferisce a Cagliari e si sposa al Poetto

Fonte: L'Unione Sarda
15 ottobre 2018

COMUNE.

L'assessore Danilo Fadda: «C'è anche un ritorno economico» Matrimonio in riva al mare Coppia del nord Italia si trasferisce a Cagliari e si sposa al Poetto

Hanno scritto «t'amo» sulla sabbia. Nel senso che avevano i piedi sull'arenile, gli sposi, mentre firmavano l'atto di matrimonio civile celebrato al Poetto. E così, nella lista del luoghi in cui il Comune concede agli sposi la possibilità di diventarlo in un ambiente diverso dalla pur pregiata aula del Municipio a Palazzo Bacaredda, ha debuttato anche la spiaggia dei centomila. Sabato mattina è stata lo scenario del matrimonio di due cagliaritani nel senso della residenza, anche se nessuno degli sposi è sardo: qui hanno scelto di vivere e lavorare, dopo una decina d'anni da fidanzati in Veneto.
Lo scambio di fedi
Il 53 enne monzese Massimo Palma e la sua signora Marta Pezzedi, altoatesina di Brunico, 37 anni, sono diventati una famiglia nel tratto di spiaggia di fronte al parcheggio accanto all'ippodromo. Alle 11.30 hanno pronunciato la formula del rito davanti a Danilo Fadda, assessore comunale allo Stato civile, da sempre sostenitore dei matrimoni fuori dal Comune (nel senso del palazzo). «Abbiamo individuato undici tratti di spiaggia, al Poetto, in cui celebrare i matrimoni: sono tra la Prima fermata e il confine con l'arenile di Quartu», ricorda Fadda: «Si sommano agli altri otto siti in cui è possibile sposarsi in città».
La gioia degli sposi
«Cagliari è stata una scelta precisa, la conoscevamo già», commenta la sposina, raggiante per la scelta, «e siamo riusciti a sposarci malgrado il periodo di maltempo: la spiaggia era ancora semiallagata, le passerelle sconnesse, ma alla fine ci siamo riusciti». Problemi tecnici a parte, «resta la soddisfazione di esserci sposati di fronte al mare, come desideravamo». Il che, per un monzese e un'altoatesina, speciale lo è senz'altro. «Abbiamo scelto di vivere a Cagliari per il suo clima e la sua gente, abbiamo aperto una libreria che vende e acquista libri usati, di testo e non, in via Dante: da qui non andremo più via».
L'indotto per il turismo
Se ne sono andati, invece, i 25 invitati (quasi tutti “di fuori”) e i testimoni di Londra e di Brunico, ma dopo aver mangiato e dormito in città. Ne consegue che i matrimoni civili in scenari suggestivi (Cagliari ne offre otto, oltre le undici sulla spiaggia) danno una mano al Pil. Danilo Fadda, l'assessore, fa i conti: «I riti richiesti dagli stranieri in Italia generano un fatturato di 385 milioni di euro l'anno: solo in Toscana, cento milioni». La media italiana degli invitati ai matrimoni di stranieri è 47, la permanenza media degli sposi è di otto giorni, quella degli invitati tre: «Significa un indotto di 54mila euro», riassume l'assessore.
Tariffe e investimenti
E mentre il Poetto si appresta a ospitare il primo matrimonio fra stranieri - sarà il mese prossimo -, in Municipio assicurano che i riti civili nei luoghi più belli della città (il Ghetto degli Ebrei, per fare un esempio) o al mare non sono un modo per fare cassa. «Basta che uno degli sposi sia residente o emigrato», spiega l'assessore, «e la tariffa è agevolata: ottocento euro. Servono per pagare il personale del Comune in straordinario e l'allestimento del luogo, che curiamo noi per garantire la salvaguardia del buongusto». Se invece nessuno degli sposi è residente o emigrato, la tariffa passa a 1.200 euro, cioè quattrocento in più. Suona come un deterrente e Fadda lo sa, ma assicura che è una tariffa provvisoria: «Degli ottocento euro che incassiamo negli altri casi», premette, «non resta nulla tra spese per personale, allestimento e amplificazione. Con i quattrocento euro in più dei non residenti paghiamo la promozione, tra cui la partecipazione al Wedding show di Londra, che è la più importante rassegna del settore. L'obiettivo è però uniformare le tariffe per tutti, come già avviene per i riti celebrati in Municipio». Anche perché molti sposi, soprattutto al primo anniversario, ritornano sul “luogo del profitto” per il turismo in città.
Luigi Almiento