Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

"Les thermes" Anime da curare

Fonte: L'Unione Sarda
9 ottobre 2018

Sino a giovedì al Teatro Massimo di Cagliari

 

 

C he cosa succede quando due persone s'incontrano e si mettono a parlare? E discorrono di argomenti sui quali hanno opinioni differenti, e magari scelgono di andare oltre l'immediata contrapposizione. Insomma, che cos'è il dialogo ai tempi dei social network?
“Les thermes”, un'installazione francese giunta l'altro ieri a Cagliari, al Teatro Massimo (sala M3), è una grande vasca di legno riempita con palline di plastica nera. Su ogni pallina è impressa una frase: una massima, un aforisma, un frammento della filosofia stoica. Fino a giovedì (dalle 11 alle 19), è possibile immergersi e accogliere l'invito a pensare. Le palline sono 23 mila e la piscina è molto ampia. È uno spazio reale in cui è possibile guardarsi negli occhi, ridere, riflettere, toccarsi, scherzare, nascondersi, stare in silenzio, ascoltare. Dentro la vasca, che richiama le piscine con le palline colorate delle scuole d'infanzia (ed entrarci con ingenua curiosità infantile è forse l'atteggiamento migliore), si sta con la mente e con il corpo, finalmente interi. Si prende una pallina, si legge la frase, per esempio: «Ama unicamente ciò che accade», e, com'è naturale per gli esseri umani, si attribuisce un significato alle parole. Se accanto c'è una persona si chiede che ne pensa. Ecco, il dialogo nasce dal desiderio di sapere cosa immagina l'altro.
“Les thermes” è un nome non casuale. Come negli hamam, in cui ci si prende cura del corpo e dei legami sociali, nello spazio ideato da Amicale de Production (cinque artisti, tra Lille e Bruxelles, uniti nel tentativo di trovare modalità sempre nuove di rappresentazionie), si incontrano le altre persone, vere e intere. E mentre il pensiero sceglie e misura le parole da scambiare con l'altro, il corpo è in una posizione dinamica: scivola lentamente tra le palline, che sostengono senza irrigidire, e, per smottamenti successivi, costringono a trovare nuove posizioni. Come il dialogo che, per sua natura, si forma nel confronto continuo, e accetta ancoraggi solo temporanei. Si può scivolare fino a lasciarsi sommergere dalle palline, come può succedere quando le idee si affollano e si fatica a ricomporle, oppure si può nuotare fino a trovare l'aforisma che fa per noi: quello che scioglie un groviglio di sensazioni, o è la massima che meglio ci descrive.
Gli stoici (una scuola filosofica greca d'età ellenistica, cui appartennero Seneca e Marco Aurelio), dicevano che gli uomini sono tutti uguali perché partecipano del “lògos” (ragione) universale: tutti hanno una testa e possono pensare da sé, senza che altri, sia pure carismatici, li prendano per mano. Come le palline - ognuna alfiere di una visione del mondo (suggerita dalla frase), ma insieme, così che se l'una si sposta si muovono pure le altre - anche gli uomini sono, nello stesso tempo, uni e molteplici. E s'influenzano reciprocamente. E dentro la vasca, il legame, che a volte è un vincolo, altre una rete di sicurezza, si sente.
Come ha immaginato chi l'ha ideata, l'installazione può diventare un luogo di conferenze, letture e dibattiti. Ogni pomeriggio, alle 18, Nora Racugno, a partire dai frammenti, conduce un laboratorio su temi che appassionano tutti: il senso della vita, il bene e il male, il rapporto con lo straniero. C'è un gran bisogno di dialogare, che è roba diversa dal commentare. C'è un gran bisogno di vedersi e toccarsi, che è affare diverso dallo scorrere fotografie. Un luogo termale per prendersi cura delle relazioni umane può venire in soccorso.
Franca Rita Porcu