Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ma resta l'incognita del rapporto con le primarie di Maninchedda Il sostegno dei sindaci per convinc

Fonte: L'Unione Sarda
1 ottobre 2018

Ma resta l'incognita del rapporto con le primarie di Maninchedda Il sostegno dei sindaci
per convincere Zedda Il centrosinistra vuole schierare le liste civiche


Se Massimo Zedda correrà per la presidenza della Regione saranno le civiche il suo vero esercito. Sembra essere questa una delle cause dei dubbi e dell'attesa prima di sciogliere qualsiasi riserva. In questa situazione i partiti rischiano di essere ballerine di seconda fila per lasciare le luci della ribalta a sindaci e amministratori. Non è escluso che a sostegno di Zedda ci siano una lista del presidente e altre due civiche.
Per ottenere un'investitura importante, Zedda potrebbe decidere di presentarsi alle primarie, anche se in questo quadro politico è difficile capire quali e organizzate da chi. Le “nazionali sarde”, lanciate ad Abbasanta da Paolo Maninchedda, hanno dei limiti precisi e, nonostante qualche segnale di apertura, le posizioni sono ancora distanti.
CORTEGGIATI Non è una novità guardare al mondo dei sindaci e degli amministratori, perché un po' tutte le forze politiche hanno sposato questa linea. Facendo parte di quel mondo, il primo cittadino di Cagliari rappresenta per molti colleghi una soluzione ottimale. E pare che lo stesso Zedda valuti attentamente questo aspetto per evitare di avere il cappello di qualche partito sulla sua investitura.
La presenza di amministratori, inoltre, riuscirebbe a sfumare i contorni dei partiti, in forte difficoltà nel consenso, e rendere più libera la campagna elettorale. La deputata dem e sindaca di Sadali, Romina Mura, dice: «Sarebbe positivo se i sindaci fossero protagonisti, perché il loro ruolo è fondamentale». Non a caso in questi giorni sono stati proprio i primi cittadini a sponsorizzare ufficialmente una candidatura di Zedda. Il consigliere regionale di Campo progressista, Francesco Agus, conferma la tesi dei sindaci «protagonisti della politica sarda, perché su di loro, in questi anni, si sono scaricati costi, sacrifici e responsabilità».
LE SPINE La campagna elettorale sarà caratterizzata soprattutto dal tentativo di ricucire il rapporto tra politica e territori. «I Municipi sono i punti di riferimento e in molti paesi sono rimasti anche gli ultimi», sottolinea Agus, «ricucire lo strappo significa dare agli amministratori la possibilità di essere protagonisti».
Inoltre, questa operazione permette di riportare all'impegno attivo tanti sindaci che sono entrati in rotta di collisione con il governo regionale e che hanno rotto i rapporti con il proprio partito di riferimento.
LA CORSA Le primarie quasi sicuramente si faranno. Il problema è capire quante saranno, chi parteciperà e quale sarà il progetto. Il Partito dei sardi, protagonista della campagna delle “primarie nazionali”, è distante dal Partito democratico e soprattutto pone la questione nazionale. Il presidente del Pds, Franciscu Sedda, ha scritto al presidente di Campo progressista (partito di Zedda), Luciano Uras, che aveva aperto alle primarie, non della nazione sarda ma del popolo sardo. Dopo un'analisi sul contesto politico, Sedda lancia l'appello: «Non credete che la questione del popolo sardo vada posta su un terreno più radicale di rivendicazione di tipo nazionale?».
Il Partito dei sardi ci crede, così come reputa che le primarie nazionali sarde siano il terreno ideale per definire il progetto e «scegliere insieme chi debba guidare i sardi nell'affermazione dei loro diritti e interessi nazionali, dandogli il mandato e la forza che solo una mobilitazione nazional-popolare può dare». La speranza del leader indipendentista è che si possa «costruire una grande coalizione nazionale sarda, pluralista e unita, dove la sinistra sarda e l'area moderata sarda possano tranquillamente riconoscersi».
IN ATTESA Romina Mura pensa alle primarie come «strumento utile per individuare il candidato o la candidata alla presidenza della Regione». Certo l'importante è che «ci sia un progetto condiviso a monte, su temi come insularità, trasporti e nuovi rapporti con lo Stato». Agus, crede nell'utilità delle primarie se «consentono un rafforzamento della coalizione e offrono alle tante persone fuori dai partiti di riavvicinarsi alla politica».
Matteo Sau