Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Crociere, un'industria sempre più florida: Sardegna tappa obbligata

Fonte: L'Unione Sarda
17 settembre 2018

Crociere, un'industria sempre più florida: Sardegna tappa obbligata

È un'industria che va a gonfie vele: oltre 565mila passeggeri sbarcati in Sardegna nel 2017, 263 imbarcazioni attraccate in un anno, e una previsione per il 2018 che dovrebbe far registrare un aumento dei passeggeri del +5-7%. Ma il dato più interessante è quello della ricaduta economica sul territorio che, secondo le rilevazioni degli esperti, è di oltre 11 milioni di euro (calcolando una spesa media di 20 euro per ogni turista).
TOP TEN Il mercato crocieristico in Sardegna non conosce crisi e registra numeri mai visti prima. «La Sardegna è entrata nella top ten dei porti crocieristici italiani che si contendono con la Spagna il primato in Europa», spiega Massimo Deiana, presidente dell'Autorità di sistema portuale della Sardegna, l'organismo che governa tutti i porti sardi. «L'Isola ha conquistato questa posizione di prestigio nel mercato delle crociere perché ha saputo cogliere un'opportunità che tra il 2013 e il 2014 è venuta dalla crisi dei Paesi nordafricani. All'inizio eravamo solo uno scalo alternativo, in pochi anni siamo diventati una destinazione turistica per questo mercato», aggiunge.
STORIA E CULTURA I crocieristi arrivano in Sardegna in qualunque periodo dell'anno, anche se preferiscono i mesi di aprile, maggio e giugno. Amano scoprire le città, ma in generale si immergono nella realtà locale, anche se poche ore, fatta di enogastronomia, storia, cultura, archeologia, tradizione. “Seven gates for paradise”, sette porte per il paradiso, è lo slogan con cui l'Autorità promuove il turismo crocieristico. «La Sardegna è un paradiso naturalistico, climatico, culturale, archeologico, enogastronomico. Con questo slogan diciamo che siamo in grado di garantire l'accesso a questo patrimonio in vari punti. Il senso è che si può arrivare attraverso sette porti, ma la destinazione crocieristica è unica».
IL PRIMATO Cagliari (primo scalo dell'Isola con 350mila passeggeri), Olbia, Porto Torres, Oristano, Portovesme, Golfo Aranci e la banchina commerciale di Santa Teresa: qui arrivano le navi da crociera, a volta sono vere e proprie città galleggianti che trasportano 4-5.000 persone, altre sono piccole imbarcazioni con appena 200 passeggeri. Sì, perché oltre al turismo crocieristico di massa (alimentato dai porti di Cagliari, Olbia e, quando saranno terminati i lavori, di nuovo anche Porto Torres), la Sardegna si candida per ospitare anche quello di nicchia.
SUGGESTIONI «Esiste una categoria di turisti, chiamati repeaters, a cui piace la filosofia della crociera», come idea di vacanza che coniuga relax e scoperta di posti sempre nuovi, «che cercano nuove suggestioni, lontani dalla massa, e per questo preferiscono arrivare nei porti piccoli, dove lo scalo avviene in rada», spiega Deiana. Così cresce, per esempio, il porto di Oristano (che si è affacciato da poco sul mercato), da dove in meno di un'ora si può arrivare a Barumini, a Nuoro, a Cabras, o a Is Arenas, meta dei golfisti. «I porti della Sardegna, con le dovute differenze, sono in grado di ricevere qualunque tipo di naviglio. E questa capacità fa sì che la Sardegna rappresenti una meta abbastanza interessante anche per il turismo crocieristico di nicchia», continua Deiana.
CANTIERI APERTI La Sardegna dei porti è un cantiere aperto. Nonostante stiano riaprendo i porti nordafricani, gli operatori attendono numeri in crescita anche per il 2019 e 2020. «A Cagliari si sta lavorando per far sì che possano attraccare quattro navi contemporaneamente», dice Deiana. “Cagliari home port”, il progetto che trasforma il porto in un punto di partenza delle crociere, è una parte del cantiere Sardegna. «È stata siglata l'intesa con la società che gestisce l'aeroporto per semplificare la gestione dei passeggeri, come il trasporto bagagli dall'aeroporto alla cabina», conclude Emanuele Garzia, Confcommercio.
Mauro Madeddu