Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Con la street art la città è a colori

Fonte: L'Unione Sarda
14 settembre 2018

Da Manu Invisible a La Fille Bertha, opere che hanno trasformato il centro e le periferie

 

 

C'è un murale per tutto: i lutti, la politica e il disagio giovanile 

 

Tra le mura della città qualcosa è cambiato. Gli artisti di strada non sono più i clandestini di una volta costretti a fughe notturne con i barattoli di vernice sotto il braccio e il cappuccio calcato sulla testa. Ora sono chiamati a evocare il ricordo di ragazzi scomparsi, colorare i brutti pannelli che ricoprono cantieri dimenticati o realizzare progetti pubblici di riqualificazione ambientale e contrasto al disagio giovanile. Tellas, Manu Invisible, Crisa, La Fille Bertha sono tra i nomi più conosciuti in città. A loro si aggiungono collettivi estemporanei e associazioni che hanno cambiato colore ai muri in centro e in periferia.
SU BALLU TUNDU In corso Vittorio Emanuele la settimana scorsa è stata celebrata la fine del festival della Resilienza di Macomer con un murale dell'artista Gina Tondo che ha realizzato Su ballu tundu : ora l'angolino tra il Corso e via Porto Scalas brilla di una luce rossa. Nel quartiere di San Michele tra piazza Medaglia Miracolosa e via Emilia, invece, su una parete tutta blu splende il sorriso largo di William Corona, morto a sedici anni in un incidente stradale sulla Statale 554. Gli amici e i parenti hanno chiesto a Manu Invisible di creare qualcosa che lo potesse ricordare per sempre e lui ha trasformato quel muro in un santuario per tutto il quartiere.
A commissionare le opere sono sempre più spesso anche gli enti pubblici che vedono nella street art uno strumento importante nella “rigenerazione ambientale” e non solo. L'ultimo bando dell'assessorato alla Pubblica istruzione, Sport e Politiche giovanili guidato da Yuri Marcialis è dedicato ai ragazzi disoccupati di Is Mirrionis. Una delle cinque linee ha premiato l'idea di un laboratorio per imparare a fare un murale. Il progetto Btbecome, curato dall'associazione Urban Center, ha tra i partner la E-distribuzione del gruppo Enel che ha messo a disposizione alcune cabine diventate tavolozze per i writer che curano la promozione dell'iniziativa. Daniele Gregorini è il direttore artistico e oltre al progetto Btbecome, ha fatto nascere La Galleria del sale, sette chilometri di opere a cielo aperto che da Su Siccu portano fino al parco di Molentargius. «Tutto è iniziato nel 2014 grazie a un bando che abbiamo vinto proponendo l'idea di realizzare una grande opera collettiva all'aperto. Ci hanno lavorato artisti da tutto il mondo» spiega Gregorini. Da allora molto tempo è passato e l'associazione si è dedicata a nuove performance. Ad agosto hanno steso quattro poster nel quartiere di Villanova. «Abbiamo presentato una domanda al Comune per poter realizzare opere in un muro sotto i cavalcavia tra Sant'Elia e Monte Mixi. È quello che facciamo sempre, depositiamo richieste ma non riceviamo quasi mai delle risposte. Quindi siamo sempre un po' clandestini, costretti a spiegare alla Municipale quello che stiamo facendo ogni volta che ci incontrano».
LA GALLERIA Lungo i sette chilometri della galleria ci sono anche le opere di Federico Carta, in arte Crisa. «Non voglio criticare a tutti i costi, ma ritengo che le cose a Cagliari non siano cambiate poi così tanto. Lavoriamo sempre di più all'estero e meno a casa nostra» racconta al telefono durante una pausa dal lavoro che lo impegna a Treviglio, provincia di Bergamo. Ottimista invece La Fille Bertha, all'anagrafe Alessandra Pulixi. È suo il dipinto inaugurato lo scorso anno sulla facciata della palestra di via Monte Acuto su richiesta dell'ordine degli Psicologi. «Ritengo che in città ci sia un'apertura e un maggiore interesse da parte delle istituzioni e del pubblico per un'arte che prima non veniva forse capita fino in fondo. Però si può ancora fare tanto. Per esempio, nelle altre città gli artisti hanno a disposizione il libro dei muri liberi, dove ci si può esprimere senza violare le regole».
Mariella Careddu