TIGELLIO, Di fronte alla probabile sconfitta del centrosinistra, si profila il grande rifiuto del sindaco Zedda
Una voce negli ultimi giorni corre prepotente per i corridoi di Palazzo Bacaredda: Massimo Zedda avrebbe rifiutato la guida della coalizione di centrosinistra per le prossime elezioni regionali. Il Sindaco, infatti, in più occasioni avrebbe riferito ai propri intimi di non avere alcuna intenzione di perdere il suo posto da Primo cittadino del Capoluogo e della Città metropolitana per un’impresa che, attualmente, appare disperata.
Il centrosinistra – dopo cinque anni trascorsi tra guai e immobilismo, targati duo Pigliaru-Paci, coadiuvati da assessori quali l’ex dei Trasporti Massimo Deiana e quello della Sanità Luigi Arru – appare oggi come lo schieramento più debole per le prossime elezioni: è quasi scontato il ‘cambio di guardia’ a Villa Devoto. Zedda, dal canto suo, conosce bene i limiti di uno schieramento progressista in difficoltà tanto sul piano isolano quanto su quello nazionale e, dunque, vede la corsa per la presidenza della Regione non quale una ‘promozione’, ma qualcosa più simile ad un vero e proprio suicidio politico programmato. Come ha ripetuto diverse volte ai suoi più stretti collaboratori, lui non ha “mai perso una elezione” e farlo per la prima volta nella partita più importante di certo non è una prospettiva capace di esaltarlo.
Negli ambienti del centrosinistra, però, non si demorde: anche in questi giorni sta continuando la corte spietata al Primo cittadino cagliaritano, nonostante lui pare abbia già preso la sua decisione: in un contesto simile, il Sindaco dovrebbe dimettersi dalla sua carica a breve, spingendo quindi anche il Capoluogo sardo verso nuove ed incerte elezioni, ma anche in Consiglio comunale non pare essere sorta una figura autorevole nei banchi della maggioranza che possa rivendicare il ruolo di futuro e prossimo leader di un centrosinistra sempre più in affanno. La prospettiva delle dimissioni programmate senza alcuna certezza di venire neppure eletto in Consiglio regionale, per via di una legge elettorale criticata da più parti, ma da nessuno modificata in questa Legislatura, fa pendere l’ago della bilancia verso il tranquillo mantenimento della carica sino alla scadenza naturale del suo secondo mandato, prevista per il 2021.
Eppure c’è un’altra possibilità: Zedda, per dare la sua parola definitiva, pare stia attendendo la Legge di Bilancio nazionale. Il Sindaco è infatti convinto che la luna di miele tra Lega e 5 Stelle con l’elettorato potrebbe implodere quando agli slogan dovranno per forza essere seguiti dai fatti. È possibile che Zedda, fiutando i malumori per la mancanza di seguito delle promesse elettorali della maggioranza parlamentare, cavalchi i dissensi e si presenti come alternativo sul piano regionale. Nel frattempo, però, ci si interroga su chi possa essere alla guida dello schieramento progressista, se da Palazzo Bacaredda non dovesse arrivare un segnale di apertura. Non è un mistero che Paolo Maninchedda da tempo aspiri a guidare la coalizione e anche la recente affermazione della ‘sua’ lista nel quartier generale del Partito dei Sardi, a Macomer, può essere letta come un segnale di forza del docente universitario. L’ambizione dell’ex Assessore regionale dei Lavori pubblici è quella di creare una coalizione sardista per ridare impulso e slancio al progetto progressista in Sardegna, liberando Partito democratico e alleati regionali dall’onta dell’incompetenza mostrata durante la gestione Pigliaru.
Tigellio
(admaioramedia.it)