Rassegna Stampa

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Cagliari, il flop delle piste ciclabili

Fonte: web Castedduonline.it
3 settembre 2018

Cagliari, il flop delle piste ciclabili targato Zedda. I ciclisti: interi quartieri dimenticati, via Roma e viale Trieste cancellate
La Fiab all'attacco della giunta Zedda che non ha mantenuto le promesse sulla mobilità ciclabile a Cagliari: "Pirri e Mulinu Becciu vengono completamente dimenticati, eliminata la pista di viale Colombo, ma soprattutto è stata tagliata la ciclabile nella via Roma e nel viale Trieste sino a piazza Sorcinelli. La buona volontà non basta, si può fare molto di più"
Di Redazione Cagliari Online  1 settembre 2018
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Lo scorso 8 agosto 2018 la Giunta comunale, su proposta dell’assessore alla Mobilità Luisa Anna Marras, approva il progetto definitivo dei collegamenti tra le piste ciclabili in città, da realizzare grazie ai fondi del PON Metro 2014-2020.

“Il progetto” – recita il sito web del Comune – “prevede la connessione dei percorsi già esistenti e consentirà di realizzare una rete ciclabile in cui si rafforzano i collegamenti tra le diverse zone della città, che andrà a inserirsi nel disegno più ampio di ciclabilità verso gli altri comuni della Città Metropolitana”.

Tutto a posto? I ciclisti cagliaritani devono ritenersi soddisfatti? Sì, senza dubbio, stando a sentire l’assessore Marras. Non proprio, diciamo noi.

Si può fare di più, e meglio
Da un’associazione come FIAB Cagliari, che ha come finalità la promozione della mobilità ciclistica urbana ed extraurbana, ci si dovrebbero attendere dei salti di gioia nel sentire una simile notizia. E su questo potremmo anche essere d’accordo. Ma, allo stesso tempo, riteniamo che dalla nostra associazione ci si attenda pure una seria e completa analisi sull’operato dell’amministrazione comunale negli ultimi anni nel settore della mobilità in generale e ciclistica in particolare.

Si poteva fare di più? Sì, e specialmente in minor tempo, visto che le risorse sono disponibili dal 2014 e che mai in precedenza l’amministrazione comunale di Cagliari aveva avuto disponibilità di una somma così importante (12 milioni di euro) finalizzata a favorire la mobilità ciclistica urbana cittadina.

Innanzitutto, nonostante le dichiarazioni trionfalistiche della Marras, la realtà è che con questo progetto verranno collegati solo 3 tratti di piste ciclabili cittadine esistenti. L’assessore afferma anche che è di prossima approvazione la progettazione del corridoio Cagliari-Elmas. Invece da ben due anni è in corso la gara, ancora senza esito, per l’assegnazione dello studio di progettazione per tale corridoio.

Il dialogo con il Comune di Cagliari
Arrivati a questo punto, ci troviamo costretti a rendere pubblico ciò che FIAB Cagliari ha fatto presente agli amministratori comunali in occasione dei vari tavoli tecnici e degli incontri di presentazione dei suddetti progetti alle associazioni.

In questa immagine presentiamo il “Sistema ciclabile di penetrazione urbana di Cagliari”, utilizzato – ipotizziamo – per la progettazione dei corridoi PON Metro e del Collegato Ambientale, presentato al Ministero dell’Ambiente. L’ultimo progetto presentato, cosiddetto “di rammagliatura”, per il completamento dei collegamenti tra piste ciclabili esistenti in città, doveva prevedere la connessione dei percorsi e consentire la realizzazione di una rete ciclabile in cui si rafforzavano i collegamenti tra i quartieri cittadini, inserendosi nel disegno più ampio di ciclabilità verso gli altri comuni della Città Metropolitana.

Nell’ultimo incontro, con grande sorpresa e delusione da parte nostra, l’amministrazione comunale e i tecnici esterni incaricati ci hanno comunicato che non è stato possibile, per mancanza di risorse, inserire nella progettazione la ciclabile nella via Roma e nel viale Trieste sino a piazza Sorcinelli (che successivamente si sarebbe dovuta congiungere con quella della via Sant’ Avendrace in progetto con i finanziamenti del Piano Periferie, per chiudere finalmente l’anello ciclabile cittadino), pur essendo questa prevista nel progetto presentato al Ministero e approvato e che noi riteniamo molto importante per favorire la mobilità ciclistica, anche dei tanti dipendenti comunali e regionali che lavorano nella zona.

L’assessore Marras afferma inoltre che il progetto è stato “condiviso, come gli altri, con le associazioni più rappresentative dei ciclisti cittadini”. In realtà, le associazioni sono state coinvolte solo per quanto riguarda i corridoi ciclabili già tracciati dall’assessore alla mobilità della precedente amministrazione, sui quali, a suo tempo, avevamo espresso grosse perplessità, ma non ci è stato consentito rimetterli in discussione.

Molta buona volontà, ma non basta
Le considerazioni suddette ci portano a ritenere che, pur con le buone intenzioni e la buona volontà più volte espressa, la stessa amministrazione non abbia ancora maturato una idea di mobilità strategica e un progetto complessivo di sistema. Una grave lacuna che speriamo possa essere colmata con la prossima redazione dei Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) del Comune di Cagliari e della Città Metropolitana, essendo esplicitamente previsto dalle nuove normative l’obbligo di dotarsi del Biciplan.

Riteniamo inoltre molto probabile che ci sia stato un errore di fondo nell’individuazione dei 5 corridoi ciclabili. Sembrerebbe infatti che si sia partiti da una precedente impostazione presentata alla Regione (il “Sistema mobilità sostenibile e ciclabile Cagliari”) per le risorse del POR Sardegna FESR 2007-2013, col quale il Comune di Cagliari ha ottenuto circa 2 milioni di euro, poi solo parzialmente e miseramente utilizzati a causa dell’utilizzo delle pavimentazioni in Rasocrete e della rescissione del contratto con la ditta appaltatrice. Si veda a proposito immagine del progetto esecutivo, nel quale sono indicate in rosso le piste ciclabili da realizzare con quei finanziamenti nella prima fase (realizzato neanche il 50%) e in magenta quelle previste in una seconda fase, che non è mai stata avviata.

Ecco perché riteniamo che la situazione andava aggiornata in precedenza e reimpostata alla luce delle effettive realizzazioni. Perché oggi, nel 2018, ci sembra inesatto e assolutamente fuori luogo leggere che è stato “approvato il progetto definitivo per il completamento dei collegamenti tra piste ciclabili esistenti in città”.

Diversi quartieri tagliati fuori
Nella successiva immagine è illustrato il “Sistema ciclabile di penetrazione urbana di Cagliari”, da noi rettificato segnando in nero le piste ciclabili presenti nel progetto esecutivo del 2012, ma mai realizzate, e inserendo le piste ciclabili approvate con la rammagliatura del 2018; con i punti interrogativi rossi abbiamo evidenziato le carenze dell’attuale progettazione, pur presenti nonostante le grandi risorse del PON Metro, dei corridoi ciclabili e il collegato ambientale.

Come si può notare, Pirri e Mulinu Becciu vengono completamente dimenticati. La rete ciclabile diventa se possibile ancora di più discontinua di quanto lo sia ora, con via S. Benedetto e viale Marconi, direttrici sull’asse Cagliari-Quartu Sant’Elena, completamente assenti dalla progettazione. La via del Conversi scollegata da ambo i lati, sia verso piazza Repubblica sia verso la pista del canale Terramaini e il parco di Molentargius. Non sono previste piste nella via Caboto, nel viale Diaz, nel viale Cimitero fino alla via Dante, per non parlare del tratto lato stazione MetroCagliari inizialmente tracciato e successivamente cancellato per l’inserimento di una seconda corsia per le auto.

Un caso singolare la pista nel viale Colombo: prevista inizialmente monodirezionale, poi bidirezionale, poi cancellata e trasformata in parcheggio gratuito (e siamo nel centro della città); più volte annunciata e inserita negli accordi fra Autorità Portuale, Comune e associazioni; indispensabile per consentire il minore utilizzo da parte delle bici del lungomare pedonale. Il primo tratto è inserito anche nella Ciclovia della Sardegna, ma per il Comune non s’ha da fare, pur avendo esso partecipato più volte ai tavoli e agli incontri con la RAS per la definizione del Sistema ciclabile regionale.

Una grande occasione mancata
Non possiamo fare altro che esprimere la nostra insoddisfazione: siamo convinti che quella dei finanziamenti PON Metro fosse una grandissima occasione che avrebbe meritato maggiore attenzione e competenza nell’ideazione del sistema della mobilità cittadina, una maggiore capacità di ascolto da parte dell’amministrazione comunale e un più ampio coinvolgimento degli operatori e delle associazioni ciclistiche cagliaritane.

Quanto tempo dobbiamo ancora attendere per poter avere una discreta continuità dei diversi tratti di piste ciclabili esistenti, una sistemazione intelligente delle postazioni di bike sharing e delle rastrelliere, degli itinerari ciclabili verso il centro cittadino? Quanto tempo passerà prima di poter vedere anche a Cagliari le “zone 30”?

Riteniamo che molte di queste cose si possano realizzare in tempi brevi, con gli stessi servizi esistenti e con l’utilizzo di limitate risorse.

Questi sono gli obbiettivi che l’amministrazione comunale si è data con la redazione del PUMS:

“Incremento dei servizi di trasporto pubblico e collettivo, incentivo alla ciclabilità, razionalizzazione del sistema di accesso alla città e al suo centro, potenziamento dell’intermodalità, migliore interconnessione con i Comuni vicini, maggiore fluidità nei trasporti quotidiani, miglioramento della qualità ambientale”.

Per il momento non ci sembra che si stia procedendo in tal senso.

Questa nostra analisi sarà inviata allo Studio che sta redigendo il PUMS affinché, almeno in questo caso, venga studiato e realizzato un vero sistema di mobilità ciclistica metropolitano (Biciplan) come la città di Cagliari merita.

FIAB Cagliari (nella foto Virgilio Scanu, presidente di Città Ciclabile)